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Il racconto di Valentina Parisi attraversa frontiere geografiche e la cortina del tempo per traghettarci nel cuore di uno dei luoghi nevralgici del Novecento.
«Valentina Parisi è forse il talento più ragguardevole che negli ultimi anni, da noi, si sia messo in luce in quella forma di viaggio virtuale (ma, come si vede qui, non solo tale) che è la traduzione letteraria» - Andrea Cortellessa
Il nome di Königsberg ci ricorda la patria di Kant e Hannah Arendt, Kaliningrad invece è un toponimo astruso e opaco. Le due "K" coincidono topograficamente ma non sono la stessa città: se l'antica Königsberg non fosse stata rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati nell'agosto 1944 e poi dall'artiglieria dell'Armata Rossa, l'attuale Kaliningrad non esisterebbe affatto. Enigmatica come una delle città invisibili di Italo Calvino, questa exclave russa situata in riva al Mar Baltico cela storie dimenticate, come quella dei tanti prigionieri di guerra, anche italiani, che vi hanno lavorato fino all'aprile 1945, nelle fabbriche del Terzo Reich. La protagonista, nipote di uno di loro, attraversa Kaliningrad guidata da una vecchia mappa di Königsberg, sulle tracce della propria storia familiare. Sa che non ritroverà la vecchia Königsberg, né la cantina in cui si era rifugiato suo nonno, né il campo dove era stato prigioniero, ma incontrerà il Palazzo dei Soviet abbandonato, la Russia dei poeti e storie di ippopotami curati con massicce dosi di vodka. Prefazione di Francesco M. Cataluccio.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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