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La matematica e l'esistenza di Dio. Nuova ediz.
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La matematica e l'esistenza di Dio. Nuova ediz. - Antonio Ambrosetti - copertina
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matematica e l'esistenza di Dio

Descrizione


Come può un matematico credere in Dio? Un luogo comune nato con l'Illuminismo vuole che gli scienziati siano atei o agnostici. La ricerca della verità perseguita attraverso la scienza sarebbe infatti incompatibile con qualunque convinzione di tipo religioso. Per Antonio Ambrosetti, scienziato di grande e riconosciuto valore e cristiano dichiarato, la matematica e la religione appartengono a due sfere distinte dell'esperienza umana, che possono coesistere in modo proficuo e reciprocamente stimolante. In particolare l'autore discute la pretesa onnipotenza della matematica, in base alla quale molti ritengono di poter dimostrare matematicamente tutto. La matematica ha molti limiti e, comunque, non può essere usata né per dimostrare né tanto meno per negare l'esistenza di Dio. Anche se forse può aiutarci ad avvicinare il suo mistero e a coglierne la grandezza.
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Dettagli

2
2017
4 maggio 2017
88 p., Brossura
9788867086757

Valutazioni e recensioni

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tiktaalik
Recensioni: 1/5

Un libro che non mi è piaciuto. Tante affermazioni incomprensibili,tipo che la fede è una scelta personale,fatta soprattutto col cuore.Quindi un ateo non ha cuore? Altre volte l'autore scrive che intuisce o intravede la presenza di Dio, o sente che...sentiva però...È chiaro che un uomo ha la libertà di sentire ciò che gli pare,ma non capisco cosa toglie questo ad un ateo.Quanto poi all'affermazione che l'uomo si distingue per la capacità di amare,beh l'autore forse non ha mai tenuto animali. Rispetto per l'uomo,tra l'altro scomparso,ma il libro non mi ha trasmesso nulla.

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Tiktaalik
Recensioni: 2/5

L'autore è matematico quindi parla del suo,e critica chi pretende di dimostrare matematicamente l'inesistenza di Dio.In particolare Ambrosetti commenta di Paulos ed Odifreddi,che esplicitamente o velatamente fa capire di non ritenere veri matematici.Ma nel suo ultimo libro Odifreddi ammette che di Dio non si può dimostrare nulla con gli strumenti della logica,non so cosa abbia scritto nella prefazione a Paulos,non avendola letta,ma è a questa che Ambrosetti si riferisce nelle sue obiezioni. Una cosa io non ho capito è perchè Ambrosetti dica che definire Dio equivale ad ammetterne l'esistenza.Non ne vedo la conseguenza logica. Poi invece in seguito identifica Dio come il creatore biblico,quindi implicitamente ne ammette l'esistenza. Insomma è difficile rimanere esenti da contraddizioni volendo parlare di Dio.Di ciò che non si conosce si dovrebbe tacere, ha scritto qualcuno.Ad esser onesti comunque Ambrosetti dice di credere per il cuore più che per la mente, ed in questo è coerente con l'indimostrabilità del Soggetto, in un verso o nell'altro.D'accordo con l'autore che ci dovrebbe essere rispetto verso i credenti da parte degli atei,ma io aggiungo che vale anche anzi soprattutto il contrario.Non condivido nulla di ciò che ha scritto nel finale sui miracoli:se i teoremi risolti secoli dopo fossero stati risolti subito,senza la cornice necessaria di conoscenze, sarebbero stati essi stessi dei miracoli. Così, dice Ambrosetti, le guarigioni non ancora spiegate vanno considerate miracoli.Ci vedete un nesso logico?Poi dice che Dio non è apertamente manifesto per rispettare la nostra libertà,quindi io chiedo:i miracoli di Gesù violavano tale libertà?Ambrosetti dice che Dio a volte è mosso da particolare pietà,ma ciò mi pare crudele verso tutti gli esentati.Alla fine caro Ambrosetti,lei non smuove affato il mio scetticismo.Anch'io mi sento limitato ed ammetto che a volte mi viene di fare del male non volendo,ma da qui ad avere fiducia in un Dio nascosto non riesco a passare.

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Gabriele Martufi
Recensioni: 1/5

Una rilettura attenta di questo libro, a distanza di alcuni anni, mi porta a dire che si tratta di un testo deludente. Intanto l'autore cerca di screditare a tutti i costi Paulos e Odifreddi, cadendo nella famosa fallacia logica dell'argumentum ad hominem. Del tipo: io (Ambrosetti) sono un grande matematico e sostengo che Dio esiste, Paulos e Odifreddi non sono grandi matematici e sostengono che Dio non esiste, quindi io ho ragione e loro torto. Poi si tira in ballo l'argomento dei grandi matematici credenti, ma in verità questo argomento è fuorviante e non dimostra assolutamente nulla, poiché è vero che ci sono stati dei grandi matematici "credenti", ma quando si studia a fondo la storia personale di questi matematici si scopre che la loro fede aveva a che fare più con la religione cosmica einsteiniana che non con il cristianesimo/cattolicesimo... e non si dimentichi inoltre della Santissima Inquisizione sempre pronta ad abbrustolire i miscredenti. La verità, piaccia o no, è che nel corso degli anni sono state fatte delle indagini serie sul rapporto scienza e fede, si legga per esempio "Leading scientists still reject God", articolo pubblicato su Nature, dove è emerso che il 93% degli scienziati contemporanei "più importanti" si definisce ateo o agnostico, e soltanto il 7% dichiara di avere una fede religiosa, ma di questo 7% quelli che credono in una qualche religione monoteista si contano sulle dita di una mano... come mai? La risposta è semplicissima: le religioni monoteiste non sono compatibili né con la scienza né con la ragione, e per confutarle non è necessario tirare in ballo la matematica, basta infatti conoscere un po' di storia e guardarsi intorno.

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