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La vicenda biografica che Cosmacini narra scaturisce dalla diffusione delle teorie di John Brown. Nato nel 1735 in un villaggio della Scozia e cresciuto alla scuola medica di Cullen a Edimburgo Brown elaborò un sistema di spiegazione della malattia dotato di grande forza polemica nei confronti della tradizione ippocratica e intriso di elementi vitalistici sfocianti in una pratica terapeutica semplice e innovatrice che riscosse nel tardo Settecento entusiastico successo antiteticamente accompagnato da feroci critiche. Il rivoluzionario sistema del medico scozzese suscitò negli anni novanta del Settecento vere folgorazioni nei medici più giovani spinti a trovarvi una loro identità contrastante con l'establishment medico e universitario. Il brownismo fu un'ideologia scientifica carica dell'attesa di rigenerazione globale della scienza medica intrecciata all'istanza di riorganizzazione dell'ordine sociale: di qui l'equazione brownismo-giacobinismo che ne è conseguita. In Italia il più fervente apostolo delle teorie di Brown fu Giovanni Rasori divulgatore e riformatore della teoria dello scozzese che poté ufficializzare quando nel 1796 per acclamazione degli studenti divenne rettore dell'Università di Pavia sotto l'amministrazione insediata dai francesi. La sovrapposizione tra giacobinismo e brownismo-rasorismo che caratterizzò l'insegnamento medico di Pavia è un paradigma esplicativo della svolta culturale intrapresa nel vivo dell'esperienza repubblicana italiana. Rasori si dibatté successivamente tra ostacoli resistenze ostracismi di differente segno politico in una vita intensa divisa tra insegnamento e funzionariato. Di questa vicenda che si conclude in piena restaurazione (Rasori morì nel 1837) si tratteggia qui un quadro chiaro ed efficace in cui l'intento divulgativo non oscura la tensione problematica.
Dino Carpanetto
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