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Il libro intende presentare le connessioni culturali che, attraverso episodi più o meno noti di letteratura, hanno legato le sponde del Mediterraneo tra medioevo e pieno Rinascimento. Nei vari saggi di autori internazionali, affinità e temi comuni legano uniscono con un'inattesa eco le isole britanniche e la Sicilia, il Vicino Oriente e la Spagna. Ma queste intriganti voci non formano un canto unico in una semplicistica visione culturale pan-mediterranea, bensì un canto polifonico come mettono in luce le due curatrici che valorizza le specificità regionali, cronologiche, di mentalità.
Del resto, programmatica è la scelta di una citazione dal noto volume Il Mediterraneo di Fernard Braudel, che vede le città che si affacciano su questo mare strette l'una all'altra, in un flusso di "circolazione" continuo, di persone, oggetti, idee. L'articolazione cronologico-tematica data al volume (attraversata da personaggi positivi e negativi, eroici o abili sovvertitori di ideali cavallereschi e delle rigide gerarchie sociali occidentali, quali Enea, re Artù, Maometto, l'abate Sugerio di Saint Denis, il conquistatore di Costantinopoli detto il "Gran Turco", e così via) ha l'effetto di far compiere al lettore uno straordinario viaggio nel tempo e nello spazio. Mediterranoesis appare quindi come libro "periegetico", recepibile e godibile a seconda della formazione e sensibilità del lettore.
Tra i numerosi ottimi saggi quello in cui Corrado Corradini affronta il tema del "tempo fallace o soprannaturale", laddove gli attimi diventano anni e gli anni si riducono ad attimi in viaggi nel tempo, come quello dei protagonisti della leggenda di origine protocristiana dei Sette dormienti di Efeso. Largamente diffusa nel Vicino Oriente nei secoli di transizione tra la dominazione bizantina e quella islamica, ha avuto come effetto la proliferazione di grotte che pretendono di essere quella in cui per qualche centinaio d'anni i dormienti si sottrassero alla persecuzione religiosa da parte dei pagani, grotte che sono tutt'oggi meta di pellegrinaggio da parte di fedeli sia cristiani che musulmani. Nel mondo occidentale la leggenda, annotata da Gregorio di Tours nel VI secolo, aveva conosciuto un'eco letteraria in Normandia nel XII secolo, tanto da essere raffigurata su alcune vetrate provenienti dalla cattedrale di Rouen, testimoni del cosiddetto "stile 1200", stile di respiro internazionale.
Francesca Dell'Acqua
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