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In questo stralcio della sua opera maggiore l’autore si concentra sul valore e sul significato dei ricordi di famiglia in relazione al posto che essi occupano nei “quadri” della vita collettiva. Un primo affondo nel pensiero di Halbwachs va fatto a partire dalla chiarificazione che assume nel suo lessico sociologico il costrutto di “quadro”, che non è altro, in termini fenomenologici, che l’universo simbolico di riferimento di un soggetto, non solo dal punto di vista concettuale, ma anche morale, un vero e proprio orizzonte ermeneutico di senso in cui il soggetto dà significato alla propria vita quotidiana. Sullo sfondo di questa concezione di “quadro”, la tesi specifica di Halbwachs è che tale orizzonte di senso, contro Bergson, non può che essere un orizzonte collettivo, costruito via via nel corso dell’esistenza attraverso tutte le interazioni che il soggetto ha vissuto. Non esistono, in sostanza, ricordi prettamente soggettivi, ma tutta la struttura cognitiva e assiologica di un soggetto è riconducibile a universi simbolici costruiti nei gruppi sociali in cui esso è inserito di volta in volta, e il primo e più significativo di questi quadri è indubbiamente la famiglia. Quella di Halbwachs è una conferma del fatto che la costruzione di un orizzonte di significazione soggettivo non può non passare attraverso l’intersoggettività e la questione del senso, due postulati fondamentali della fenomenologia, che, declinati nell’epoca in cui viviamo, dimostrano che la negoziazione, lungi da essere l’anticamera del relativismo, è la disposizione che ci permette di attraversare responsabilmente il pluralismo dei mondi della vita, evitando posizioni dogmatiche di preclusione.
Recensioni
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Esempio di analisi di una forma specifica di memoria collettiva, quest'opera illustra l'importanza della memoria familiare anche all'interno di una tipologia delle forme di memoria proprie delle società complesse.
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