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Anno edizione: 2021
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Divertente e forse molto attuale anche se gli articoli che compongono il testo sono stati scritti quasi settanta anni fa.
“Memorie di un libraio” è un ironico, colto, originale viaggio nel mondo dei libri in compagnia di uno dei più grandi autori del Novecento. Un libro breve, ma cosparso di quella giusta ironia che lo rende molto gradevole. George Orwell inizia a esporre le sue tesi partendo da questo assunto: “Mi piacerebbe essere un libraio di professione? Tutto sommato – nonostante la gentilezza del capo nei miei riguardi, e alcuni giorni felici che ho trascorso nel negozio –, no.” Inizia a spiegare che “le ore di lavoro sono davvero tante ed è una vita malsana. Di regola una libreria è gelida in inverno, perché se fa troppo caldo le vetrine si appannano, e un libraio vive delle sue vetrine. E i libri sollevano polvere in maggiore quantità, e più fastidiosa, di qualsiasi altro oggetto inventato finora, e proprio il taglio superiore dei libri è il luogo in cui i mosconi preferiscono andare a morire.” Ma la vera ragione per cui non vorrebbe rimanere per tutta la vita nel commercio di libri è che, nel periodo durante il quale ci ha lavorato, ho perso il suo amore per la lettura. Com’è possibile? Dopo aver spiegato questo concetto, passa a parlare della libertà di stampa. Ammesso che voglia dire qualcosa, cosa significa realmente? Cosa significa libertà intellettuale? Cosa deve contraddistinguere uno scrittore o un giornalista che voglia conservare la propria integrità? C’è tutta questa libertà nella letteratura o è limitata da qualcosa? Queste 96 pagine contengono riflessioni legate alla realtà del Novecento, ma stupefacentemente attuali, sembrano scritte a partire dal 2020!
interessanti riflessioni di un autore molto realista ed attualissimo....
Recensioni
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