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Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2013
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Un piccolo libro da regalare e regalarsi per emozionarsi
Uno Zweig impeccabile: questo piccolo ma ricco libro è una lettura imperdibile. Un libro da leggere e rileggere, ma anche un libro, secondo me, da donare a chi come Mendel, ha una grande passione per i libri. Splendido.
«Il suo rapimento quando leggeva era così commovente che, da allora, il modo in cui gli altri leggono mi è sempre parso profano.» Rapita a mia volta dalla potenza di una sola oretta di lettura in cui Zweig fornisce un fulgido esempio di proustiana memoria involontaria: «Ma all’improvviso una scossa repentina mi strappò chissà come da quel sopore. Qualcosa di indeterminato prese a muoversi dentro di me rendendomi inquieto, come quando si annuncia un lieve mal di denti, e ancora non sai se parta da destra o da sinistra, dalla mandibola o dalla mascella; sentivo solo una tensione sorda, un’inquietudine spirituale. Tutto d’un tratto infatti – e non avrei saputo dire per quale ragione – mi resi conto che lì, anni prima, dovevo esserci già stato e che un particolare ricordo mi legava a quelle pareti, a quelle sedie, a quei tavoli e a quell’ambiente estraneo e saturo di fumo.» Formidabile lettore nonché onnisciente dispensatore di informazioni librarie, seduto per trentatré anni allo stesso tavolino del Caffè Gluck nella magnifica vecchia Vienna, (chi è stato al Café Central ricorda sicuramente la statua di Peter Altenberg, secondo me ispiratore del Nostro), il rivendugliolo galiziano Jakob Mendel, enciclopedia letteraria vivente e anarchico nell'anima, è alieno a quel mondo che fuori dai libri e dal Gluck impazza. Ma se il mondo gli sfila accanto ignorato, al mondo non sfugge la sua 'irregolarità'; ma il suo genio, purtroppo, sì. Si consuma tristemente la parabola di una mente straordinaria, spazzata via come da una linguata, la panna sulla Sacher. Zweig (che lo dico a fare?) Magnifico!
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