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Metafore del silenzio. Il silenzio per immagini
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Metafore del silenzio. Il silenzio per immagini - Francesca Rigotti - copertina
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Metafore del silenzio. Il silenzio per immagini

Descrizione


"Come parliamo quando parliamo di silenzio?". Attenzione, non soltanto, "di che cosa parliamo", ovvero quali sono la natura, la sostanza, la struttura del silenzio, bensì, soprattutto, come ne parliamo, cioè quali sono le immagini, le espressioni, le metafore che si celano nelle parole con le quali parliamo di silenzio, e che cosa di esso ci rivelano? Esistono due modelli mentali dominanti per parlare del silenzio: come cosa positiva, solida, dura, che riempie lo spazio, e che il suono e la parola, col loro irrompere, infrangono; o, all'inverso, come un magma liquido nel quale le parole affiorano come blocchi di lava galleggiante. Su tale dualità riflette filosoficamente questo libro.
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Dettagli

2013
23 ottobre 2013
60 p.
9788857518381

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Raffaella
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Una studiosa d'eccezione

Francesca Rigotti è una studiosa profonda, coltissima e molto, molto sottile. Consiglio i suoi libri. Per il contenuto di questo, rimando alla recensione precedente.

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alida airaghi
Recensioni: 5/5

Questo volumetto pubblicato nella collana dell' Accademia del Silenzio dalla filosofa Francesca Rigotti, docente all'Università della Svizzera Italiana, è diviso in due parti, la prima delle quali indaga il senso delle metafore del silenzio, mentre la seconda si interroga sul rapporto che collega silenzio e parola allo spazio e al tempo. Entrambe le sezioni argomentano le loro tesi basandosi su robuste argomentazioni teoriche, radicate in tutta la riflessione filosofica novecentesca. I nomi più citati - e talvolta contestati - sono quelli di Nietzsche,Wittgenstein, Heidegger, Levinas, Derrida, Foucault, Bachelard, Bauman. Vengono menzionate anche due pensatrici donne: Julia Kristeva e la nostra Rosi Braidotti; è risaputo che le donne, contrariamente a quello che si tramanda, parlano meno degli uomini, e scrivono meno. Proprio partendo da un assunto ideologico femminista, Francesca Rigotti espone la sua originale teoria sull'esistenza di due tipi diversi di silenzio: un silenzio di ghiaccio e di pietra (solido, massiccio, fermo e chiuso in se stesso) e un silenzio liquido-magmatico (marino, profondo, mobile, contenitore). Il primo è maschile, duro e razionale; il secondo è femminile, morbido e soffuso. La parola interviene su entrambi, spezzando il primo con la violenza di un'arma appuntita o pesante, emergendo dagli abissi del secondo come lava galleggiante. L'autrice corrobora questa sua intuizione con dotti riferimenti letterari e musicali (Händel, Bach, Boulez, Cicerone, Ovidio, Pirandello, Rabelais, Vercors, Byatt), ma anche rifacendosi ad acute osservazioni linguistiche ed etimologiche. La seconda parte del libro mette a confronto invece i due tanto discussi concetti di tempo e spazio, ancora sfruttando le categorie del maschile e del femminile: qui però quasi capovolgendoli, perché al maschile viene attribuita la mobilità fagocitante del tempo, mentre si riserva al femminile la statica resistenza dello spazio. Uno spazio silenzioso e un tempo parlante.

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Conosci l'autore

Francesca Rigotti

Ha avuto la cattedra di Filosofia all’Università di Göttingen e di Zurigo e visiting fellow all’Università di Princeton. Nel 1996 ha iniziato a insegnare all’Università della Svizzera italiana. Con Cortina ha pubblicato Senza figli (con Duccio Demetrio, 2012), Onestà (2014) e Migranti per caso (2019).

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