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“LE MIE PRIME VERE SCARPE”, inizia con un ricordo ai sacri oggetti, le scarpe, che da centinaia di secoli hanno avuto il compito di trasportare, attraverso il mondo, l’essere più nobile della Creazione, l’Uomo. E che, in questo libro, trasportano, una giovane sarda, lungo le 160 pagine, dalla Sardegna al Continente, e attraverso le quattro stagioni della sua esistenza: il freddo inverno fatto “di istanti di elemosina, di povertà e di violenze subite”; di una primavera fatta di scoperte, di germogli, di emozioni e di sentimenti dei primi amori dell’adolescenza; di una calda estate fatta di speranze, di studi e di contatti scolastici a Roma con bambini, al contrario di lei, nati con le scarpe. E infine, la stagione autunnale fatta di grigio e di foglie al vento, ma anche e soprattutto di nostalgia e di ricordi. Nella sua autobiografia, Filomena Secci non si contenta di descrivere la sua storia personale, ma anche di presentarci la cornice sociologica della sua terra, dei suoi villaggi, dei suoi abitanti ricchi o poveri, padroni o servi, delle tradizioni e delle prepotenze, della fede e delle superstizioni, degli abiti variopinti dei ricchi e di quelli rozzi e neri dei poveri contadini e dei pastori. Tutto questo descritto e vissuto da una ragazza, che con una feroce volontà, dalla Sardegna al Continente, seppe superare le numerose difficoltà e pericoli che tutte le ragazze emigranti, trovano lungo le strade per la riuscita, per infine studiare e diplomarsi come governanti dei bambini degli altri. Priva di cultura, ma non di classe, Filomena Secci seppe educare, con amore materno, bambine e bambini che più tardi le saranno debitori di una educazione seria, sensata e senza tanti fronzoli. Io considero questo libro, questa descrizione delle quattro stagioni di una “Tata dei divi”, più interessante di un romanzo inventato di sana pianta. Il romanzo fa sognare, amare, odiare, mentre questo libro, partecipa alla realtà della vita, con amore, senza sognare e senza odiare
Stupendo resoconto della propria vita, fatto con il cuore, da parte di una donna che ha attraversato tutti gli stati d'animo possibili ed immaginabili(dal riscaldarsi i piedi negli escrementi degli animali al prestare servizio in casa di "Mina"). Grazie sig.ra Secci per avermi regalato intense emozioni, e visto che ho letto la data del suo compleanno le auguro tutta la serenità possibile
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