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Un grande libro di uno, a mio avviso, dei più grandi scrittori viventi, per quanto controverso e notoriamente "antipatico". Una prosa limpidissima e precisa, ottimamente resa dalla traduzione. Di grande spessore e profondità anche i contenuti, ben sintetizzati nella recensione dell'"indice" qui sopra. In breve, un libro assolutamente consigliato per chi ama la grande letteratura.
Un libro edito per la prima volta negli anni '60, riproposto da Adelphi ultimamente. Il perno su cui si basa questo romanzo è l'integrazione in luoghi non d'origine. La trama: con l'occho disincantato di chi ha già vissuto e metabolizzato gran parte della sua vita, il protagonista Singh scrive le sue memorie ospite di un modesto albergo della periferia londinese. L'autore attraverso i ricordi di Singh fa spaziare il lettore dai Caraibi(precisamente si parla dell'isola "Isabella") alla Gran Bretagna , passando anche x l'India. Le esperienze raccontate dal protagonista , così come accennato nell'incipit della recensione, riguardano principalmente tutta una gamma di sensazioni diverse che prova chi deve, per motivi vari ,andare a vivere in terre lontane dalla propria nazione d'origine. Senza dilungarmi troppo volevo segnalare le pagine che mi hanno colpito di più: 1)Innanzitutto quando a Londra Singh,che ricordo di origine caraibica con genitori indiani, vede x la prima volta la neve 2)Il ritorno di Singh a Isabella con la laurea e con una moglie inglese, nonostante quest'aura da uomo realizzato sotto tutti i punti di vista (professionale e sentimentale)...non riesce ad essere mai completamente felice. Sarebbero ancora tanti i punti da sviscerare, ma lascio al gusto e alla curiosità di chi vorrà leggere il testo la scoperta di tante pagine toccanti. Concludo questa recensione lasciando la mia ultima impressione: in questo testo ci sono spunti anche filosofico-religiosi, infatti addirittura il protagonista, ricordo con genitori indiani, raggiunge i 4 stadi della vita della religione indù detti anche ashram. Nonostante una vita vissuta intensamente da parte del protagonista, quello che emerge su tutto da queste pagine è sempre una certa marginalità e un senso di incompiuto, quell'essere né carne né pesce "purtroppo" a volte tipico degli emigranti. Bel libro x riflettere e sognare
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