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Anno edizione: 1999
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Anno edizione: 1999
Il commissario Maigret scappa alla pioggia incessante di Parigi per rifugiarsi nella meravigliosa isola di Porquerolles, ad indagare sul brutale omicidio di Marcel Pacaud,sua vecchia conoscenza. Unico tasto dolente di questa trasferta nel Mediterraneo che ha il sapore di una gita, è l'ingombrante presenza dell' ispettore Pyke di Scotland Yard. Egli,tanto morigerato quanto algido, tutto codici e procedure guarderà un goffo Maigret, intimidito dalla sua presenza, annusare l'umanità rifugiatasi su questa isoletta dagli splendidi colori per scovare l'assassino. La caccia darà i suoi frutti,portando alla luce una realtà ignobile. Tutto sommato un' indagine affascinante,il finale però è raffazzonato e frettoloso.
Uno dei più brutti Maigret che ho letto, e io ne ho letti tanti. L'impressione sarà anche condizionata dallo stato d'animo del lettore durante la lettura ma credo che il libro sia deludente di suo per la poca suspance che si può riscontrare, le poche indagini descritte, il tanto contorno senza sostanza. Voto: 4
Lontano dalla sua Parigi o da qualche porticciolo francese sull’Atlantico, Maigret svolge le sue indagini nell’isola di Porquerolles, al largo di Tolone, accompagnato dal collega Pyke di Scotland Yard. A differenza dei metodi investigativi sistematici della polizia britannica, Maigret va in giro senza una meta definita, ascolta echi, rumori, suoni e parole, soppesa i toni e gli sguardi, fiuta gli odori come un segugio bisognoso «di frugare di persona, di raspare…» Ed è proprio fiutando la preda e facendo leva sul suo abituale intuito (aiutato anche da Lucas, suo fido terminale rimasto al Quai des Orfèvres) che troverà il bandolo della matassa.
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