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mio Carso

Descrizione


"Il mio Carso", libro "storico" (è del 1912), appartiene a quella stagione creativa che ha nella "Voce", la rivista di Papini e Prezzolini, il suo segno di maggiore rilievo. Un libro in cui aneliti di irredentismo, motivi ideali di patriottismo e triestinità si fondano con slanci esistenziali e letterari, tesi a una soluzione sensuale della vita, al possesso del nodo più oscuro del desiderio, al significato di una passione il cui sfogo immediato e fatale può essere la morte. Nel breve racconto si intrecciano i destini di un ragazzo e di alcune ragazze. Lo scrittore rivive la sua giovinezza tra contadini e paesani: gli esempi morali che gli si offrono provengono dalla stessa terra, dai poveri frutti che offre, dall'asperità delle montagne del Carso.
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Dettagli

1989
Tascabile
192 p.
9788817167321

Conosci l'autore

Scipio Slataper

(Trieste 1888 - monte Podgora 1915) scrittore italiano. Ancora liceale, fu introdotto negli ambienti irredentisti e socialisti di Trieste dal suo maestro e amico F. Pasini. Trasferitosi a Firenze nel 1908 per frequentare l’Istituto di studi superiori, cominciò a collaborare con le Lettere triestine a «La Voce», di cui (dopo un viaggio in Austria e in Germania fertile di esperienze umane e culturali) divenne segretario di redazione per pochi mesi, dal dicembre 1911 al marzo 1912. Lasciato l’incarico in seguito a uno scontro con Papini, scrisse novelle per ragazzi sul «Giornalino della domenica» di Vamba (L. Bertelli); intanto traduceva la Giuditta (1910, in collaborazione con M. Loewy) e il Diario (1912) di F. Hebbel, curava un’edizione dell’Epistolario di T. Tasso (1912) e portava a termine...

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