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In 8 (cm 17 x 24), pp. (20) con riproduzioni fotografiche in bianco/nero. Fotografie di Toni Bellucci, Nico Franco, Gavirati, Zoe Rossi, Oscar Savio, Vanna Varnero. Brossura editoriale. Pubblicazione-catalogo relativa alla scultura creata da Mirella Bentivoglio fatta vivere ed agita per le antiche strade di Gubbio nel 1976 in occasione della manifestazione "Gubbio 76" curata da Enrico Crispolti. Testo introduttivo di Mirella Bentivoglio.Mirella Bentivoglio, esponente della poesia oggettuale e visuale, chiama 'strutture simboliche' le presenze nuove che costruisce o pone nello spazio urbano. Lavora in questo senso dalla meta' degli anni Settanta, da quando costrui', per Gubbio 76,un uovo con frammenti di pietra. Un monumento simbolico all'adultera lapidata, di pietra come i muri delle case e le mura di difesa che circondano lo spiazzo dove, appunto a Gubbio, l'uovo e' venuto a creare un nuovo rapporto di segni. "Da un lato leggenda dell'incontro a Gubbio fra San Francesco e il lupo, identificato, a partire da una ricerca iconografica, con una lupa, termine che in latino significa prostituta. San Francesco avrebbe dunque parlato ad una prostituta, figura che nella cultura patriarcale, evidenzia Bentivoglio, delinea la donna-oggetto per eccellenza. A un primo livello di analisi allora, l'Ovo di Gubbiorappresenta simbolicamente 'un accordo di pace fra uomo e donna nel segno dell�uguaglianza'. Un secondo rimando e' alla festa dei Ceri che si svolge a Gubbio ogni anno a meta' maggio, secondo una tradizione che affonda le sue origini nelle celebrazioni pre-cristiane della fertilita'. L'ovvio richiamo alla forma fallica dei ceri attesta la natura, tutta maschile, della festa. Èper questo che Bentivoglio sceglie di collocare il suo uovoin un piccolo slargo lungo il percorso della processione dei ceri, ad evidenziare 'il primo inserimento di un segno femminile in luoghi tradizionali di cerimonie della fertilita', finora considerate riti esclusivamente maschili'. L'ultimo r
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