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Recensioni Il mondo senza sonno

Il mondo senza sonno di Stefan Zweig
Recensioni: 4/5
Composti per la maggior parte durante gli anni della Prima Guerra mondiale, i quattro testi qui raccolti (Il mondo senza sonno, Episodio sul lago di Ginevra, L’obbligo e Ypres) fanno rivivere la straordinaria gamma di emozioni e sensazioni che sconvolsero l’Europa intera. L’allerta continua, lo spaesamento radicale e il suicidio, il rifiuto di obbedire e la diserzione, la mercificazione del trauma sono i terreni esplorati da uno dei più grandi autori del Novecento. “Più breve è ora il sonno del mondo, più lunghe le notti e più lunghi i giorni. In ogni Paese della sconfinata Europa, in ogni città, via, casa, stanza, il respiro quieto e sopito è più corto, agitato; come in un’unica notte d’estate afosa e soffocante, questo nostro tempo arroventato incendia le notti e confonde i sensi. Quanti, da ambo le parti, solevano scivolare dolcemente dalla sera alla mattina nella nera barchetta del sonno – pavesata di variopinti sogni sventolanti – ora, di notte, ascoltano gli orologi camminare, camminare senza posa lungo la terrificante via da luce a luce, e si sentono consumare e rodere dentro senza tregua dal tarlo delle preoccupazioni e dei pensieri, fino a quando il cuore non si affligge e si ammala. Ora l’umanità tutta è agitata, di notte come di giorno, un impellente, spaventoso stato di veglia sfavilla tra i sensi eccitati di milioni di persone, il destino penetra invisibile dalle migliaia di finestre e porte, e scaccia il sopore, scaccia l’oblio da ogni giaciglio. Più breve è ora il sonno del mondo, più lunghe le notti e più lunghi i giorni.” Stefan Zweig (1881-1942), scrittore, giornalista, drammaturgo e poeta austriaco naturalizzato britannico, è` stato uno degli scrittori più` noti del Novecento: tra i suoi titoli più famosi ricordiamo Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo (Mondadori, 1994), La novella degli scacchi (Garzanti, 2004), Magellano (BUR, 2006), Paura (Adelphi, 2011). In fuga dalle leggi razziali, si esiliò in Brasile nel 1940 e vi si suicidò, insieme alla seconda moglie, nel 1942. Di lui Skira ha pubblicato Il candelabro sepolto (2013). )
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