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Chi è convinto che sui grandi capolavori dell'arte non ci sia più nulla da dire o da scoprire non ha che da scorrere - e farlo è esperienza assai piacevole - questo agile libretto pubblicato da Le Lettere; riceverà una sorpresa inattesa, e una grande lezione di metodo. Il mostro sacro sottoposto a discussione è addirittura la Gioconda di Leonardo da Vinci, da sempre identificata, sulla base delle cinquecentesche Vite dello storiografo Giorgio Vasari, con la fiorentina Lisa Gherardini, moglie dell'oscuro mercante Francesco del Giocondo; "figura sbiadita di donna di casa, di buona moglie e buona madre di famiglia" neppure lontanamente avvicinabile alle gran dame di solito ritratte da Leonardo, alla quale infatti l'autore Roberto Zapperi dà un'addio senza rimorsi. In questa, che è solo l'ennesima, coraggiosa ricerca controcorrente cui l'autore ci ha abituato - come le altre lucidamente affrontata con il sicuro supporto di documenti storici - Zapperi non ha timore di controbattere e smentire non solo gli storici dell'arte moderni che si sono affidati alla testimonianza di Vasari, ma Vasari in persona, dimostrando come l'effigiata sia in realtà la gentildonna urbinate Pacifica Brandani, sentimentalmente legata per un breve periodo a Giuliano de' Medici figlio di Lorenzo il Magnifico, che un'inequivoca quanto trascurata testimonianza diretta della voce di Leonardo da Vinci indica come il committente del dipinto. A Giuliano - del quale nel libro viene ricostruito un profilo inappuntabile: eventi biografici, gusti, frequentazioni - la Brandani diede l'illegittimo, ma assai amato, figlio Ippolito, la cui figura di bambino è parte essenziale nella storia della commissione del dipinto. Il misterioso sorriso della Gioconda nasconde in realtà un intimo, delicato segreto familiare; al lettore il piacere di scoprirlo personalmente.
Ho comprato il libro, incuriosita dal titolo, e ne sono rimasta affascinata. Un vero e proprio 'giallo' che conduce il lettore attraverso intrighi di corte e avventure amorose e dove campeggia la figura di Giuliano de'Medici. Ma l'intento vero del libro, l'attribuzione esatta del quadro de "la Gioconda" è perseguito dallo storico con estrema attenzione alla documentazione e risulta del tutto convincente. Ciò che mi colpisce è che non si sia accesa in Italia una discussione su una scoperta così importante. O forse io non ne sono al corrente.
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