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Esiste qualcosa che fa più vittime di una malattia, che quando ti colpisce ti fa provare un gran dolore ma soprattutto un senso di smarrimento. Non è una cosa visibile ma è comunque una cosa dolorosa e si chiama indifferenza. E’ proprio questa, l’indifferenza che circonda Giusy, la sua famiglia e la sua situazione perché i vicini sentono le urla, le maestre vedono i segni delle botte. Tutti sanno la situazione di quella famiglia, di quella donna uccisa dal marito e quelle figlie picchiate ogni giorno e costrette a vivere di stenti, conoscono anche la storia del nonno, pittore fallito, che allunga le sue mani tra le gambe di quelle bambine. Ma Giusy non si piega, nemmeno quando deve pulire il vomito o l’urina, nemmeno quando il padre le strappa i capelli a ciocche e le sbatte la testa contro il muro. Giusy non si piega perché non è sola, deve pensare alle due sorelle minori che non riuscirebbero a sopportare nulla di tutto quello. Non si piega nemmeno davanti ai carabinieri che irrompono in casa e fa finta di nulla pur di non essere divisa dalle sorelle. Ma di fronte a molte persone che fanno finta di nulla a volte na basta una, solo una che non giri la testa dall’altra parte perché l’orrore finisca. Con grande coraggio Giusy ci consegna la sua storia, dura e cruda ma ripulita da tutto quello che non si può dire. Lo fa per dare voce a chi spesso voce non ce l’ha, lo fa perché la gente capisca cosa significa far finta di non vedere, lo fa perché ha capito che tacere è stato l’errore più grande. Questo libro non lascia scampo al lettore, ho pianto, ho avuto la nausea e la rabbia montava spesso ma quello che mi ha fatto più male è stata l’impotenza verso queste anime finite all’inferno. Passato il dolore e la rabbia volevo solo capire come si fa a sopravvivere a tutto questo dolore fisico e psicologico e la risposta mi è stata data proprio dall’autrice perché che ci crediate oppure no questa storia tremenda è la sua storia.
Questo libro è un oggetto delicato che va maneggiato con amore. Questo libro custodisce e regala, a chi lo vuole leggere, un’anima speciale, perché come una grande Santa la piccola Giusy è diventata donna per miracolo. Un romanzo autobiografico, anche se alla fine della lettura si prova la sensazione di aver letto un thriller psicologico. La violenza in famiglia è il tema principale e la coscienza viene richiamata all’ordine in tutte le sue forme. Giusy ha trovato il coraggio di raccontare la sua infanzia rubata a tutti. Ha confidato ciò che ha dovuto subire e lo ha fatto con un libro che narrativamente scorre come un fiume, in cui ogni tanto, bisogna ricordarsi inevitabilmente, che si sta leggendo una storia di vita vera. Una figlia che non ha chiesto nulla, innocente, una bambina che deve sopportare violenze di ogni genere. Un padre che non è un padre bensì un mostro schifoso. Una madre che viene a mancare troppo presto e che la malattia ha reso inerme da sempre. Una cerchia di parenti che ignoranti è dir poco. Gli altri poi ... ecco alla fine chi sono i peggiori. I vicini di casa, i conoscenti di Rozzano, gli assistenti sociali, il Don della chiesa, gli insegnanti,... potrei continuare. Ma possibile che l’omertà e l’indifferenza devono raggiungere certi livelli? Possibile che nessuno vedeva niente ma soprattutto riusciva a fare sogni sereni? Quante anime stanno Morendo Innocenti in questo momento? Non fate finta di non vedere, non pensate di non essere in grado di cambiare le cose, e non abbiate paura nella quiete di casa vostra; perché i violenti sui bambini non devono esistere e quando esistono devono venir fermati, in tutti i modi possibili...costi quel che costi. Giusy nella sua sofferenza fisica e psicologica ha pensato, sempre e soltanto al bene delle sue sorelline, e si è salvata soltanto perché l’amore di una sola anima ha saputo essere grande e coraggioso. Una lettura necessaria.
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