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Il morso - Simona Lo Iacono - copertina
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morso

Descrizione


Vincitore del Premio Racalmare-Sciascia 2017

Con un linguaggio incisivo ed efficace e una prosa impeccabile, Simona Lo Iacono tratteggia una storia di struggente bellezza su un personaggio storico realmente esistito: Lucia Salvo, detta «la babba». Un personaggio femminile unico, fragile e determinato, animato da una vibrante e tesa vitalità.

«Una scrittrice di incantesimi e malie» - Avvenire

«Simona Lo Iacono tiene insieme tutto con una scrittura che usa con parsimonia i dialettismi e a cui abbina una ricerca di letterarietà» - La Lettura

Palermo, 1847. Lucia Salvo ha sedici anni, gli occhi come «due mandorle dure» e una reputazione difficile da ignorare: nella sua città, Siracusa, viene considerata una «babba», ossia una pazza. La nomea le è stata attribuita a causa del «fatto», ovvero il ricorrere di improvvise e violente crisi convulsive, con conseguente perdita della coscienza. Per volontà della madre, speranzosa di risanare le sorti della famiglia, Lucia viene mandata a Palermo a servizio presso la casa dei conti Ramacca. Un compito che la «babba» accetta a malincuore, sapendo che il Conte figlio si è fatto esigente in tema di servitù femminile. Quando il nano Minnalò, suo fedele consigliere, gli conduce Lucia, il Conte figlio le si accosta perciò con consumata e indifferente esperienza, certo che la bella siracusana non gli opporrà alcuna resistenza. La ragazza, però, gli sferra un morso da furetto. Un morso veloce, stizzito, che lo fa sanguinare e ridere stupefatto. Un gesto di inaspettata ribellione che segnerà per sempre la vita di Lucia, rendendola, suo malgrado, un’inconsapevole eroina durante la rivoluzione siciliana del 1848, il primo moto di quell’ondata di insurrezioni popolari che sconvolse l’Europa in quel fatidico anno.
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Dettagli

2017
4 maggio 2017
276 p., Brossura
9788854514928
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Indice

Il nome è Lucia Salvo. Nessuna carta di nascita lo certifica, ma sua madre le ha detto così: «Ricordati questo nome, Luciuzza, e ricordati pure che sei una Salvo, una che porta o riceve salvezza». Per il momento, però, salvezza ne ha ricevuta poca, pensa Lucia mentre il vetturino la sbalestra sulla carrozza che fa la spola da Siracusa a Palermo. Ecco: l'afa si mangia il sudore, e il curato che le siede davanti fa ciondolare la testa senza accorgersi che un rivo di saliva gli cola agli angoli della bocca. Lucia ha un guizzo di disgusto e pensa che Salvo è anche nome di babba. «Ma quale babba» ha replicato sua madre questa mattina, mentre all'alba nasceva e allestiva un fagotto di stracci. «Ma quale babba» ha ripetuto con insofferenza tastandole i seni sotto il bustino per metterglieli su, dandole pizzichi di rosso sulle gote e un velo di belletto sulle labbra. «Piuttosto, sorridi e nascondi le mani, ché sono tutte tagliate. E se il Conte figlio ti tiene a servizio o ti prende nel letto, ringrazia tutti i santi del Paradiso.» Sarà... Ma questo fatto non sembrerebbe una salvezza a giudicare dagli strali che padre Cannavò Messazza lancia dal pulpito ogni Santa Quaresima, quando arringa che le cose di letto infamano nostro Signore e addolorano i santi. «Decidetevi, mamà» ribatte a sua madre. «Decidetevi de è salvezza o perdizione, ché padre Cannavò non sembrerebbe d'accordo». «E certo, padre Cannavò, che ne sa lui... Tu, invece, ascolta me: datti una passata di colore e spera solo che il Conte figlio non e abbia già un'altra, di serva. Poi, se ti prende, mandami a chiamare, ché a Palermo, dai Ramacca, ci vengo pure io.»

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Artedime
Recensioni: 5/5
I ruggenti anni borbonici

Lucia Salvo è la protagonista vergine, ingenua e fragile della Sicilia di metà Ottocento. Una profonda spaccatura sociale mostra le sue crepe , quando dopo un viaggio da Siracusa a Palermo, Lucia, affetta da epilessia , fa il suo ingresso nella villa del Conte figlio, ricco, viziato, divoratore incessante e bulimico di corpi femminili, in assenza di ciò, la servitù offre lauti pasti per colmare le carenze affettive. La paura per la malattia di Lucia, allora sconosciuta, la condurrà presso casa Agliata, dove vive, da "nobile" , la promessa sposa del conte figlio, lui la vuole lontano da sé dopo che l'ha vista a terra, schiumare e poi riprendersi come da un lungo sonno, forse rispondendo ad un mantra della società attuale: allontanare ciò che non si conosce per paura o diffidenza, chissà... Il libro è scritto divinamente, una sintassi chiara e ipotattica scava nei personaggi per portarli alla luce e sfonda come un pugno le mura di carta della storia sociale e politica della realtà borbonica. Sì, perché si parla anche di politica, del carcere e dell'amore che trasuda dalle sbarre, liquefatte da Lucia , che sa leggere e diventa una spia. "Avrai l'amore, Lucia, ma potrà passare solo da una fessura ". Bellissimo

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Lucia Accoto
Recensioni: 5/5

Il romanzo Il morso di Simona Lo Iacono ringhia la forza di una storia incredibile e soffia la fragilità della protagonista. Un personaggio femminile realmente esistito e che ha animato con il suo coraggio la rivoluzione siciliana del 1848. Siamo a Palermo. Lucia, siracusana d’origine, per volontà della madre viene mandata a servizio in casa dei Conti Ramacca di Palermo. La sua nomea la precede. È una bella ragazza, Lucia. Ha gli occhi a mandarla ed una reputazione scomoda, la pazza.

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Noemi
Recensioni: 5/5

Molto molto molto bello! Profondo, interessante, perfettamente calato nel suo tempo e nei panni dei personaggi e delle classi sociali alle quali appartengono. Intenso e con un linguaggio capace di evocare immagini, colori, profumi ma anche sofferenza e senso di solitudine e solidarietà. Oserei dire, completo! CONSIGLIATISSIMO!

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Conosci l'autore

Simona Lo Iacono

1970, Siracusa

Magistrato, presta servizio presso il Tribunale di Catania. Cura circoli di lettura e convegni letterario/giuridici. Fa parte dell'EUGIUS, l'associazione europea dei giudici-scrittori e della Società Italiana di Diritto e Letteratura (SIDL). Cura sul blog letterario Letteratitudine di Massimo Maugeri, una rubrica che coniuga norma e parola, letteratura e diritto, dal nome Letteratura è diritto, letteratura è vita. Sulla pagina culturale de «La Sicilia» tiene una rubrica fissa, dal titolo: Scrittori allo specchio.Il suo primo romanzo Tu non dici parole (Perrone 2008) ha vinto il premio Vittorini Opera prima. Nel 2010 ha pubblicato il racconto lungo scritto a quattro mani con Massimo Maugeri La coda di pesce che inseguiva l’amore (Sampognaro...

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