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«Le parole sono il luogo su cui Mozziconi ha un potere, mentre Roma è una città ingovernabile, anche se noi vorremmo affidarla a uno, dieci, mille Mozziconi e alla loro poetica marginalità» - Nadia Terranova, Il Foglio
"Mozziconi è uno straccione che vive sotto i ponti del Tevere, una specie di filosofo anarchista, che pensa e mette i pensieri in bottiglia e li affida alle acque del Tevere; un poveraccio, d'animo aristocratico, che non fa lega con gli altri barboni, ignoranti e di scarso pensiero, che neppure leggono i giornali vecchi trovati in mezzo al pattume, come fa lui. Mozziconi è in fondo una specie di filosofo cinico, come l'antico Diogene, che viveva in una botte ad Atene facendo a meno di tutto, a cui perfino Alessandro Magno portava rispetto; al giorno d'oggi la filosofia cinica non è più di moda, solo Malerba le ridà dignità, mettendo in bocca a Mozziconi discorsi che somigliano a profonde verità o a stupidaggini, difficile dire cosa prevale, sempre però con la leggera comicità e divertimento, come è nel suo stile migliore. La prima e unica edizione è stata Einaudi 1975." (E. C.)
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Contenuto: considerazioni sparse che seguono metafore psichiche, voli pindarici, cogitabondi schiamazzi ironici. Tipologia lettore: libertario.
"Mozziconi e i proverbi" era un breve brano tratto dal libro "Mozziconi" di Luigi Malerba che si trovava in un vecchio libro di letture di quando ero un bambino. L'unica edizione era quella dell'Einaudi del 75, ma fortunatamente ora viene ristampata dalla Quodlibet. Mozziconi non ha un nome ed è un vagabondo, filosofo e molto altro. Vive per strada, si arrabbia facilmente, parla con i pesci del Tevere e con gli uccelli che gli volano accanto. Quando ha un pensiero che secondo lui è sensato, oppure crea un proverbio, lo mette in una bottiglia vuota e lo lancia nel Tevere nella speranza che un giorno venga ritrovato da qualcuno. E' un libro molto semplice con brani brevi. Molti divertenti mentre alcuni un po' senza senso.
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