"Conosco delle barche che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora, ogni giorno della loro vita e che non hanno paura a volte di lanciarsi fianco a fianco in avanti a rischio di affondare", cantava in francese Jacques Brel, che mollò gli ormeggi all'apice della sua carriera per attraversare due oceani e raggiungere le isole Marchesi. Fuggiva il successo? O cercava di dimenticare la malattia? O semplicemente voleva ascoltare la musica del mare? Se del suo rapporto con le onde e il vento il cantautore belga ci ha lasciato pochi indizi, al contrario il violoncellista, direttore d'orchestra e compositore Roberto Soldatini l'ha voluto raccontare in un libro che è un diario di viaggio suddiviso in arie, recitativi, intermezzi, concertati, finali, senza tralasciare un doveroso bis e sipario, applausi, dietro le quinte. L'autore che era un "neonauta", come si autodefinisce all'inizio, parte in solitario da Port Napoléon, nel Sud della Francia, per raggiungere Roma e poi Istanbul, ritornando prima a Roma e infine a Napoli, sua attuale città di residenza, in "isolato barca", come sta scritto sulla sua carta d'identità. Sì perché Soldatini, da qualche anno, ha scelto la barca non solo per viaggiare sei mesi, ma anche per viverci nei rimanenti. Una scelta radicale anche se, almeno nelle pagine del libro, giustificata da una critica alla modernità sganciata dalle intemperie lavorative e familiari, politiche e civili del quotidiano, imperniata su un'avversione alla "boom-boom-music", ai negozi per turisti e alla fine della direzione d'orchestra nel "vecchio stile" . Interessanti sono i fuori rotta musicali, in cui Soldatini intreccia la sua pluridecennale esperienza sul palco con i lavori di grandi autori, quali Bach, Mozart, Beethoven, dedicati più o meno esplicitamente al mare e alle sue sonorità. Alla fine rimane un po' di curiosità per la storia appena accennata dell'unico ospite fisso a bordo, uno Stradivari, alloggiato con devozione nella cabina di prua. Soldatini lo suona, per un ristretto numero di amici, nel pozzetto della barca ormeggiata nell'isola di Fourni, un luogo incantato del Dodecaneso, "illuminato appena dalla luce colorata della lampada turca". Anche noi veniamo rapiti dalla Suite n. 1 per violoncello solo di Johann Sebastian Bach; la "Suite onda", nella definizione dell'autore, quella che più di ogni altra gli evoca l'ancestrale fascino del mare. Fabio Fiori
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