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Anno edizione: 2018
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Ogni volta, e sono tante, che mi trovo davanti a un nuovo disco di Willie Nelson, rimango sempre più stupefatto da come quest'uomo di oltre 85 anni riesca a continuare a incidere con l'invidiabile media di due dischi l'anno e, soprattutto, con una qualità molto alta. Willie non sbaglia più un colpo, la vecchiaia l'ha reso perfetto, la produzione di Buddy Cannon, che l'ha accompagnato in tutti gli ultimi dischi, è la compagnia ideale e le idee, al nostro, non mancano. Non manca nulla, a dir la verità: la voce è sempre quella e i musicisti che lo accompagnano sono di prima qualità. Questa volta tocca al book di Frank Sinatra. Dopo aver rivisitato quello di Gershwin, nel 2016, si avvicina a Sinatra probabilmente invitato anche dai recenti dischi dell'amico Bob Dylan. Con tutto il rispetto per Bob, qui siamo su un altro pianeta. Willie è nato per poter cantare qualunque cosa e quando mette mano agli standard del grande repertorio americano, quelli jazz, è sublime, basti ricordare uno dei suoi dischi più belli in assoluto, "Stardust",1978. Quindi anche qui va a nozze, con un disco raffinato ma mai stucchevole, dove anche brani immortali vengono reinterpretati alla sua maniera, con un accompagnamento abbastanza ricco ma mai invadente, con, a volte, una piccola orchestra di fiati, degli archi, e soprattutto il pianoforte di Matt Rollings, bellissimo, la Trigger di Willie e la profondità del suono, incisione splendida e calda, che è merito di Buddy Cannon. Tutta materia che Nelson interpreta a occhi chiusi, con una nonchalance swing in pieno controllo, e con un solo ospite alla voce, l'amica Norah Jones, fra l'altro nel pezzo che mi piace meno del disco. Sicuramente non un lavoro indispensabile, ormai conosciamo tutto di Willie Nelson, ma portatore di una classe immensa senza essere noioso e risaputo. Splendida anche la confezione e le foto che accompagnano il digipack. Delizioso.🔝🔝🔝🔝🔝
Recensioni
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