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Non la migliore delle raccolte Sellerio a tema. Ad ogni modo, Recami, a tratti esilarante, e Malvaldi, in vernacolo scoppiettante, di certo, svettano su tutti. Pastor chiude con una vigilia angosciante, sul campo della seconda guerra mondiale, in effetti, come ha notato qualcuno prima di me, un po' lontana dall'atmosfera "lieta" dei racconti che la precedono.
Collana per giallisti. Si lasciano leggere. Ottimi autori
La casa editrice Sellerio presenta in questo volume sette storie gialle di autori diversi che hanno come comune denominatore il Natale. Ciascuna è preceduta da una pessima presentazione dell’editore. Sono aneddoti di costume, insignificanti e leggeri, che di giallo hanno ben poco. Il Natale è una scusa per legare insieme i racconti e pubblicizzare i personaggi di ciascun autore, rischiando però di ottenere l’effetto contrario. Come in “Il calcio in giallo”, i racconti sono stiracchiati e annoiati, ampiamente fuori tema, come se gli autori, pure specializzati in letteratura poliziesca, dovessero scriverli per contratto. E forse è così. Eviterò le altre raccolte in giallo della Sellerio. Per fortuna le storie sono brevissime. In “Natale nella casa di ringhiera” 2/5 Francesco Recami presenta il tappezziere Amedeo Consonni in una storiella leggera e poco credibile, con un mitra giocattolo inopportuno regalo natalizio. In “Un Natale di Petra” 2/5 la detective di Alicia Giménez Bartlett, Petra Delicado, indaga su un omicidio commesso nell’ospedale di Barcellona, forse da un killer travestito da Babbo Natale. E’ un giallo rosa inconsistente, con battute da blogger. “Come fu che cambiai marca di whisky” 1/5 è il racconto peggiore della raccolta: Piazzese vorrebbe essere spiritoso, ma è solo di una volgarità artificiosa e di un’acredine irritante. Illeggibile. “A Natale con chi vuoi” 2/5 di Flamigni è una storia su una ex prostituta russa rapita. E’ poco natalizia, forzata e senza suspense, ma almeno è un giallo. In “La mossa del geco” 1/5 Enzo Baiamonte, investigatore dilettante palermitano, aiuta un amico in guai finanziari durante una tombola natalizia. E’ una storia assurda e pasticciata. “L’esperienza fa la differenza” 3/5 di Malvaldi è una storiella surreale su un sabotaggio della raccolta rifiuti, ma almeno è simpatica. In “Il giaciglio d’acciaio” 2/5 di Ben Pastor il maggiore von Bora fa pessimistiche considerazioni nella sacca di Stalingrado.
Recensioni
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È raro trovare un'antologia di racconti di autori così stilisticamente diversi ben amalgamata come questa. Se fosse un film potrebbe essere uno di quei capolavori a episodi che il cinema italiano ha generato tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Ogni scrittore ha dato del Natale - il filo rosso che cuce la raccolta - una visione coerente con la produzione letteraria personale. Ognuno ha scelto i propri protagonisti per raccontarli - attraverso una storia legata al Natale - nel loro privato, mettendone in rilievo debolezze e forza, gusti e passioni, simpatie e antipatie.
Ecco dunque il contesto provinciale degli anziani frequentatori del BarLume di Pineta - che Marco Malvaldi ci ha già presentato altre volte -, fare da scenario a una vicenda natalizia molto toscana: più che un giallo una rivolta popolare.
Intanto Petra Delicado e il suo vice Fermín Garzón, gli ispettori amatissimi dai lettori di Alicia Giménez-Bartlett, sono alle prese con un'inchiesta per omicidio che si apre e si chiude nella notte della vigilia e che vede tra gli inquisiti uno scalcagnato Babbo Natale.
Santo Piazzese racconta un episodio della vita di Lorenzo La Marca, protagonista dei suoi gialli, legato a un particolare Natale: quello in cui, oltre a stabilire di andare a vivere con la fidanzata Michelle (se a casa di lui o di lei non si sa), grazie al racconto appassionato di un amico, uno "sbirro siciliano", decide di cambiare marca di whisky.
Saliamo le scale di una classica casa di ringhiera milanese (non a caso titolo del primo romanzo della serie) con Francesco Recami. Un nonno - il "suo" Amedeo Consonni -, un mitra giocattolo, il nipotino che per gioco bussa alle porte dei vicini con fare minaccioso e spara raffiche, faranno uscire un po' di scheletri dagli armadi dei vari appartamenti.
Con Carlo Flamigni scivoliamo in un dramma: cosa può accadere se un delinquente sfruttatore esce dal carcere prima del previsto e decide di riprendersi Karolina, la donna russa che aveva obbligato a prostituirsi e che nel frattempo si è sposata con un italiano e ha avuto un bimbo? Entrando in gioco il romagnolo Primo Casadei e la sua famiglia allargata tutto finirà in un bel cenone cucinato alla moglie cinese Maria, ma il vero mistero finale sarà lo stupefacente menù.
Grazie a Gian Mauro Costa abbiamo uno spaccato dei festeggiamenti a Palermo, entrando con lui nella bottega da radiotecnico di Enzo Baiamonte, un modesto "investigatore" al dettaglio. Sembra tutto estremamente normale, pacifico, e invece nelle stanze dei palazzi siciliani, tra la tombola e il presepe, si nasconde un mistero.
Chiude la raccolta Ben Pastor (Maria Verbena Volpi, italiana di nascita ma americana di fatto) con un racconto che apre una finestra internazionale e storica grazie al suo protagonista il colonnello della Wehrmacht Martin Bora. Se vogliamo essere sinceri, l'unica nota un po' stonata (non per la qualità del testo bensì per lo spirito che lo anima) dell'antologia, ma anche un tassello in più per conoscere meglio l'ufficiale creato dalla scrittrice, alto grado dell'esercito nazista dilaniato dal dubbio ma fedele al governo.
A cura di Wuz.it
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