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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2018
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Questo credo sia un libro che dovrebbe essere letto da tutti almeno una volta. L'autrice è un medico legale che ha sentito l'esigenza di raccontare ciò per cui ha lavorato e sta lavorando tutt'ora, ovvero restituire l'identità alle vittime del mediterraneo, dare loro una degna sepoltura e in tutti i modi contattare i cari del defunto. Questo libro tocca moltissimi temi importanti e assolutamente contemporanei, quali le grandi stragi che produce il viaggio della morte. Oltre all'impegno e ai numeri che possono risultare di per sé sterili ma di grande impatto emotivo ciò che mi ha colpito di più è il tema del lutto e come la consapevolezza cancelli le speranze lasciando posto al dolore. Lettura consigliata!
Nel mese di ottobre 2013, a pochi giorni di distanza, due barconi carichi di profughi eritrei e siriani affondano davanti alle coste di Lampedusa. Il mare restituisce oltre trecento corpi che sono fotografati e schedati, ma non identificati. Le normative internazionali non obbligano i governi ad attribuire un nome ai cadaveri che non siano oggetto di reati. Cristina Cattaneo lavora, con un ristretto team di specialisti, al Labanof, l’istituto di medicina legale di Milano che si occupa dell’identificazione di cadaveri decomposti, bruciati, difficilmente riconoscibili. Solo un anno dopo il governo decide di favorire l’identificazione di quei corpi da parte dei parenti, attraverso la comparazione, ante e post mortem, di fotografie, cartelle mediche, oggetti personali, segni particolari. In pochi si presentano agli uffici deputati di Roma e Milano, tuttavia per alcuni è un sollievo poter identificare un congiunto, sapere notizie definitive sulla sua sorte. Non tutti sono dei disperati senza lavoro o istruzione: alcuni fuggono da un governo repressivo o dalla guerra. Nel 2015 affonda un peschereccio egiziano, detto il Barcone, portando con sé quasi mille migranti. Con una gigantesca operazione umanitaria il governo italiano recupera il relitto e il team del Labanof lavora per mesi a catalogare i morti x permetterne un’eventuale successiva identificazione. Come “Certezze provvisorie”, è un libro tecnico, in cui Cristina Cattaneo parla dei problemi organizzativi e politici per creare un organismo che si occupi di identificare cadaveri sconosciuti, non solo di migranti: a volte sono senza tetto soli, o ragazzi fuggiti di casa, o persone morte in città lontane, anche se i parenti hanno sporto denuncia di scomparsa. Il linguaggio è freddo e poco coinvolgente, da rapporto medico. La Cattaneo ritiene che l’identificazione dei corpi sia un atto doveroso; io credo che, quando una persona è morta, non abbia poi molta importanza dove e con che nome sia sepolto il cadavere.
Un documento tristemente attuale che pone un interrogativo a cui tutti dobbiamo dare risposta.
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