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“Giungla metropolitana” è un’espressione entrata nel linguaggio di tutti noi e che sta ad indicare come la vita nella metropoli moderna presenti delle incredibili somiglianze con la vita nella giungla e come sia difficile “sopravvivere” alle insidie del vivere contemporaneo.
Quando dal Village trasloca nell’esclusivo Upper East Side, Wednesday Martin, l’autrice di questo brillante romanzo, si ritrova proprio a fare i conti con le dinamiche sociali degne di una vera e propria giungla. Palazzi sontuosi, giardini curatissimi e strade immacolate sono l’ambiente in cui vive e si relaziona una tribù ostile e competitiva, quella delle mamme di Park Avenue. Elegantissime, griffate dalla testa ai piedi, sempre di corsa in bilico su tacchi vertiginosi destreggiandosi tra i molteplici impegni delle loro fitte agende: queste mamme manager, disposte a tutto pur di assicurare alla prole un posto nelle migliori scuole (a partire dalla materna!), hanno creato un sistema fatto di regole e rituali sociali che non ha nulla da invidiare alle dinamiche di una tribù aborigena.
Venire accettata dalle “mean-mom”, come le soprannomina l’autrice, è un percorso molto difficile, e non sono poche le umiliazioni cui la protagonista dovrà sottoporsi per il bene dei figli: “era importante, forse perfino vitale, che trovassi il modo di farmi accettare. Non mi andava di restare emarginata. Volevo delle amiche con cui chiacchierare davanti a un caffè dopo aver accompagnato i bambini a scuola. Una schiera di amichetti per i miei figli.” (p. 8)
Wednesday, scrittrice e studiosa di antropologia, per superare la diffidenza che sente intono a sé decide di adottare un punto di vista scientifico e di osservare, anzi studiare, la sua nuova tribù, per cercare di essere accettata dalle altre mamme e di entrare in quel mondo “che mi affascinava e mi sconcertava in ugual misura” (p. 9)
E così, con intelligenza e acume, Wednesday studia e descrive il mondo spietato della Manhattan ricca, anzi ricchissima, osservando con spirito critico le dinamiche sociali e gli atteggiamenti così poco convenzionali – agli occhi di noi donne “normali” – di queste mamme stressate, viziate e perennemente in lotta. Diete da fame, sedute estenuanti in palestra, trucco e abbigliamento sempre perfetto: non è raro che queste donne che investono così tanto nel loro aspetto fisico abbiano anche una laurea e un master ma che rinuncino alla possibilità di lavorare per investire tutte le proprie energie nella famiglia, nel crescere i due, tre e anche quattro figli mentre i mariti si dedicano agli affari, comportandosi come vere e proprie Geishe dedite alla felicità di consorti e prole.
Le ambizioni sono altissime e le frustrazioni sempre pronte a rovinare un così fragile equilibrio: una volta entrata a far parte del loro mondo, la protagonista riesce a vedere cosa si nasconde dietro queste vite apparentemente perfette, scoprendo la solitudine e le insicurezze di cui sono vittime queste donne, individuando le “piaghe della tribù che ormai avevo imparato a conoscere. Pidocchi. Domande di ammissione alle scuole esclusive. Mariti sempre in viaggio d’affari. Competizione con le altre donne. Investigatori privati. Divorzio. E tante altre ancora” (p. 82). Anche i ricchi piangono.
Nella giungla di Park Avenue è un ritratto esilarante, feroce e illuminante di una società esclusiva e invidiata. L’autrice nella sua graffiante autobiografia riesce ad affiancare uno sguardo scientifico ad uno spirito ironico e dissacratorio mettendoci in contatto con un mondo che ci appare lontano per quanto riguarda le abitudini, ma vicino, in fondo, per tutti gli aspetti legati a paure e desideri: tutti noi temiamo per la salute dei nostri figli e desideriamo la loro realizzazione scolastica e umana, tutti noi investiamo tempo, energie e speranze per dare un futuro al nostro matrimonio, e l’idea che questo possa crollare ci riempie di terrore. I ricchi non sono affatto esenti da tragedie e questa consapevolezza ce li rende più umani: anche nel loro stile di vita così fuori dall’ordinario, le mamme di Park Avenue sanno assegnare una scala di valori alle cose, distinguendo ciò che è realmente importante.
“A differenza di altre specie, i primati hanno bisogno di stabilire forti legami sociali. Anche quando si tratta di una tribù di mamme metropolitane un po’ ciniche” (p. 83): la natura è dalla sua parte…Wednesday riuscirà a farsi delle amiche sincere?
Recensione di Chiara Barra
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