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Anno edizione: 2020
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L’autore, Douglas Murray, è un giovane giornalista britannico, gay, conservatore e libero pensatore. Ho acquistato il suo libro mosso dalla curiosità e fedele alla massima che solo dopo aver letto un libro, giammai mossi dal pregiudizio, è possibile esprimere la propria opinione. Murray racconta con acribia una miriade di fatti accaduti nel mondo anglosassone che proverebbero quella che lui definisce la “pazzia delle folle”. Molti contenuti del libro mi sono parsi illuminanti, mentre alcune sue considerazioni non mi sono piaciute. Ho imparato concetti nuovi, come quello della “intersezionalità” e ho apprezzato, in particolare, i tre “interludi”: “I fondamenti marxisti”, “L’impatto della tecnologia” e “Sul perdono”. Il primo, in estrema sintesi, conferma ciò che da tempo appare manifesto: siamo ormai giunti al “Radicalismo di massa” che trae origine dal connubio tra marxismo e liberalismo (sul tema consiglio la lettura de “Il suicidio della Rivoluzione di A. Del Noce, Rusconi, 1992). Illuminante mi è parso il secondo “interludio”, che chiarisce aspetti davvero inquietanti legati al mondo, non moralmente neutro, della Silicon Valley. In esso vi sono anche spiegati il concetto di “comportamento manifesto, osservabile” e l’uso di uno strumento di apprendimento automatico dell’imparzialità, denominato “Machine Learning Fairness” (MLF). Ispirato, mi è sembrato il terzo “interludio” sul perdono: si concentra sulla tematica della “gogna pubblica online” (public shaming) e sulle conseguenze devastanti che ha sulle vite delle persone. Che si sia d’accordo con Murray oppure no, è manifesto che le nuove tecnologie dominano la postmodernità e che hanno “cancellato lo spazio prima esistente fra linguaggio pubblico e quello privato”; i nuovi mezzi di comunicazione (specialmente i social) hanno ormai preso il posto delle agenzie educative tradizionali e sono ormai loro a decidere i tempi e i modi dell'agenda politica e culturale.
Sembra un libro fatto su misura per gli haters. Sembra non conosce i fenomeni di cui parla. Altro? No, grazie.
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