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«Gli ebrei mi rompono le palle. Mi hanno sempre rotto le palle. È stato quando ho capito che mia madre sarebbe diventata ebrea e rompipalle come la tua che ho deciso di andarmene». La guerra è un tale incubo che anche se ci metti 12mila chilometri di distanza non ti senti comunque al sicuro. Sei ebreo, e spinto dal cattivo presentimento, te ne sei andato in tempo, ma il pensiero di quello e di quelli che hai lasciato nell'altro emisfero, porta con sé, dentro la tua testa, anche la guerra: «sentiamo la mancanza anche delle cose peggiori»; un reduce e un sopravvissuto anche senza aver vissuto i campi sulla pelle, e la vita perde ugualmente tutto il senso. Vicente, Ariel e Sammy il ghetto se lo portano dentro assieme ai sensi di colpa e d'impotenza, e nemmeno avere un buon lavoro, una graziosa casetta con deliziosa famigliola inclusa, pasteggiare amabilmente in buoni ristorantini né le scommesse all'ippodromo, il casinò, il poker e il biliardo con gli amici, servono a liberarsi da quella zavorra, anzi, ne aggravano il peso. Tema autobiografico interessante e scrittura abbastanza efficace; se ne sente l'intensità, il peso e l'impegno anche se letterariamente non brilla. Questo è l'ennesimo libro che leggo sulla sconfinata 'questione ebraica', dalle origini alla contemporaneità e, fra le molte voci a me note e conosciute, trovo sempre qualche particolare in più, un punto di vista da una prospettiva anche spostata di pochi gradi soltanto, come la testimonianza portata da Amigorena. Sono arrivata alla conclusione che di questo argomento non sarò mai persuasa di aver letto o capito a sufficienza. «Ma perché sono ebreo? Perché, oggi, sono solo questo? Perché non posso essere ebreo e continuare a essere tutto ciò che ero prima?».
La notevole fotografia in copertina ed anche il titolo promettono più del romanzo, una narrazione piatta inframezzata da riepiloghi storici che ricordano i manuali scolastici. C'è molto di meglio da leggere e da rileggere sulla Shoah, anzitutto quelle testimonianze dei sopravvissuti e quelle ricerche storiche che ormai costituiscono un punto di riferimento consolidato.
La Shoah vista dall'Argentina, trama toccante , scritto bene .
Recensioni
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