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Francamente eccessivo, linguaggio spesso troppo ricercato in modo che mi è parso fine a se stesso. Peccato, mi aspettavo qualcosa di diverso da chi ha scritto tanti meravigliosi articoli di grande giornalismo. Però non sempre il grande giornalista si rivela un grande storico.
E' una vera galleria degli orrori: personaggi che riescono a concentrare su di se il massimo della incompetenza, stupidita' e crudelta' nei confronti del genere umano (soprattutto se questo e' costituito dai loro stessi soldati). Pur non essendo un giornalista dal carattere sanguigno e ferocemente critico come un Lorenzo Del Boca, Quirico non riesce a trattenere lo sdegno di fronte a casi e fatti sempre accuratamente documentati. Si sa che uno storico dovrebbe sempre sapersi controllare ed applicare il principio del "sine ira ac studio" ma qui e' davvero difficle!
Si legge agevolmente, proprio per il taglio giornalistico dell'Autore, noto inviato speciale, che si occupa di problemi del continente africano da oltre 20 anni, di cui si rammentano anche i volumi sulla battaglia di Adua e sulle truppe coloniali italiane. Per tornare a noi notiamo come la narrazione, suddivisa in capitoli e che prescinde talvolta dalla cronologia degli eventi, aiuta la lettura e fornisce elementi di interesse non solo a chi si interessa di storia militare, ma agli appassionati di storia "tout court". In fondo i generali piu' moderni e piu' "specializzati" sono stati quelli meno conosciuti o ignorati dall'opinione pubblica, che resta legata ai nomi dei vari La Marmora, Bixio, Cialdini, Diaz, Badoglio, Cadorna, Graziani. Una lettura critica della alta classe militare, dall'Unita' alla Seconda Guerra Mondiale, con un rapido sguardo alle vicende postbelliche trattate assai sinteticamente ma in modo chiaro. Il testo e' accompagnato da una biliografia sintetica, ma ricca di indicazioni utili per chi volesse approfondire argomenti e personaggi.
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