L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2008
Anno edizione: 2022
Promo attive (0)
Bene ha fatto l'editrice a porre, diversamente dal solito, prima il nome dell'illustratrice. Perché il testo, che pure appare ben costruito nella sua alternanza di solitudine e compagnia, di assenze e presenze, fondamentalmente racconta una storia ben nota. Che, però, Olga Lecaye rende nuova con la delicatezza e insieme l'intensità di colori e immagini, la nettezza e pure l'indefinitezza dei pochi personaggi, due lupacchiotti, più un pettirosso, un orso e due corvi presenti per non più di una pagina, l'espressività dei sentimenti dei protagonisti resa con sguardi e posture di grande forza rappresentativa, la costruzione/rottura del ritmo narrativo attraverso l'alternarsi di primi piani e di campi lunghi di distese e boschi innevati. Un lupo appena nato viene abbandonato perché è bianco. Vaga solo e affamato nel gelo dell'inverno. Finché incontra un lupo nero che si chiama Leo, mentre il piccolo scopre di non avere nemmeno un nome; e piange. I due si trovano reciprocamente brutti, si separano, poi si cercano, finalmente una mattina di primavera il lupo bianco sente una voce: "Ehi! Neve! Sono io". Il lupo bianco ha ritrovato un amico, ha trovato un nome: "Neve si ripeté. Che bel nome, Neve! Sono io". Ma la sintesi non può rendere nemmeno lontanamente la bellezza delle immagini e l'essenziale pregnanza della storia. Al recensore il libro ha ricordato la fotografia di un bambino africano albino isolato e guardato con diffidenza dai suoi coetanei con la pelle di un colore "normale", cioè nera, sulla "Stampa" dello scorso 20 ottobre. Soprattutto, ha ricordato il fratello albino, intelligentissimo e che poi ha fatto la sua strada nella vita, ma che da ragazzo molto ebbe a soffrire perché "diverso". C'è una grande letteratura che sa dire all'infanzia cose molto grandi con la leggerezza di un albo illustrato. Da cinque anni.
Fernando Rotondo
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore