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Il nido - Tim Winton,Stefano Tummolini - ebook
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Informazioni del regalo

Descrizione


Tom Keely, ex avvocato ambientalista molto noto, ha perso tutto. La sua reputazione è distrutta, la sua carriera è a pezzi, il suo matrimonio è fallito, e lui si è rintanato in un appartamento in cima a un cupo grattacielo di Fremantle, da dove osserva il mondo di cui si è disamorato, stordendosi con alcol, antidolorifici e psicofarmaci di ogni sorta. Si è tagliato fuori, e fuori ha intenzione di restare, nonostante la madre e la sorella cerchino in ogni modo di riportarlo a una vita attiva. Finché un giorno s’imbatte nei vicini di casa: una donna che appartiene al suo passato e un bambino introverso. L’incontro lo sconvolge in maniera incomprensibile e, quasi controvoglia, permette che i due entrino nella sua vita. Ma anche loro nascondono una storia difficile, e Keely presto si immerge in un mondo che minaccia di distruggere tutto ciò che ha imparato ad amare, in cui il senso di fallimento è accentuato dal confronto continuo con la figura del padre, Nev, un gigante buono impossibile da eguagliare. In questo romanzo coraggioso e inquietante, Tim Winton si chiede se, in un mondo com- promesso in maniera irreversibile, possiamo ancora sperare di fare la cosa giusta. Scritto con una prosa trascinante che rivela punte di umorismo nero e spietato, Il nido è il toccante racconto dell’incontro salvifico tra due solitudini che trovano l’una nell’altra un barlume di speranza. Una storia di miseria e fallimenti, dipendenze e marginalità, sullo sfondo di un’Australia ricca di contrasti, in cui la bellezza struggente dei paesaggi fa a pugni con la periferia urbana, straniante e ostile, dell’estremo lembo del mondo.
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Dettagli

Testo in italiano
Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
442 p.
Reflowable
9788893251570

Valutazioni e recensioni

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Una Lettrice
Recensioni: 2/5

Chissà perché, pensavo meglio! Mi ero creata delle aspettative su questo libro, invece l'ho trovato un po' piatto. Molto scorrevole, comunque; peccato per la trama, forse mi aspettavo qualche colpo di scena in più...

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misterziggy
Recensioni: 5/5

In due parole: leggerlo è stato come vedere un bel film.

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Dario A.
Recensioni: 5/5

Un libro trascinante. Una prosa mordace. Un libro sulla solitudine e la capacità di ri-connettersi al mondo che ci circonda con l'aiuto di persone che, ugualmente, combattono anch'esse una battaglia che spesso diventa la nostra. Una riflessione sulla capacità di redimersi dopo aver perso ogni cosa per guardare con occhi rinnovati la bellezza della vita.

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Recensioni

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Voce della critica

Tutto ha inizio con una macchia sospetta sul tappeto. È così che si sveglia una mattina Tom Keely, ex ecologista stimato e incorruttibile, caduto in disgrazia per una brutta storia di diffamazione. Ora è spiantato, separato dalla moglie, alcolizzato, sotto psicofarmaci, e si è rintanato all’ultimo piano del Mirador, un grattacielo deprimente che accoglie gli scarti inservibili della società, nel caso specifico di quella australiana: spietata nella sua mitologia progressista di sanità ed efficienza prestazionale. Tom comincia a interrogarsi su chi o cosa (un intruso? Un attacco di sonnambulismo? Una pisciata da ubriaco rimossa?) possa aver provocato la macchia sul tappeto, costretto a un minimo esercizio di autocoscienza dopo giornate di annebbiamento alcolico e chimico. Ma prima che la macchia si trasformi in una metafora fin troppo facile su un’esistenza fuori controllo, e che i deliri investigativi di Tom possano scivolare verso un irritante compiacimento bukowskiano, la storia si apre verso un incontro imprevisto – come sono spesso gli incontri nei romanzi – anche se si tratta soltanto di due vicini di casa: Gemma e suo nipote Kai (non immaginatevi una nonnina, perché Gemma è una donna di appena 45 anni, provata dalla vita, ma piena di risorse e di conturbante erotismo).

A voler riassumere la trama de Il nido – un romanzo che sa calibrare perfettamente melodramma e ironia – potrebbero venire in mente molte storie simili: un uomo disilluso e allo sbando incontra una donna scombinatissima madre di un bambino e, grazie a loro, l’uomo riscopre il senso della vita. Ma è proprio la capacità di rimettere in gioco una storia archetipica che rende Il nido un romanzo appassionante, che monta pian piano, lasciando al lettore la voglia di affezionarsi ai suoi personaggi esattamente nello stesso modo in cui, nella realtà, si appassionerebbe all’esistenza di qualcun altro. Gemma appartiene al lontano passato di Tom: da bambina – un angioletto fragile e biondo – era vissuta a casa dei Keely. Perchè i Keely erano fatti così: caritatevoli e generosi, felici di accogliere le pecorelle smarrite di famiglie disfunzionali, disposti a martirizzarsi per rendere il mondo un posto migliore ed emendarlo dal male. Uno spirito che Tom stesso ha introiettato fino a pagarne le conseguenze: distruggere una carriera da ecologista per un eccesso di purezza morale. È questo uno dei nuclei fondamentali de Il nido: qual è il confine tra la buona fede e il narcisismo delle buone intenzioni? Tra l’altruismo e l’esaltante ebbrezza di sentirsi dalla parte del giusto? Se l’età adulta porta l’inevitabile conseguenza di adattarsi ai compromessi, Tom sembra aver optato per la via della regressione, un infantilismo misantropo da cui osservare l’ipocrisia di una società pronta a scendere in piazza per una pecora, ma insensibile alla morte per asfissia di un aborigeno (e violentemente refrattaria a contemplare la possibilità di fallire e auto-declassarsi come scelta individuale). Nel momento in cui Tom decide di aiutare Gemma (un’altra reietta della società), deve fare i conti con domande che fino ad allora non si mai era posto: perchè lo sta facendo? Per Indole? Per noia? Per solitudine? Per senso di giustizia? Per senso di colpa? Perchè è innamorato? Perchè vorrebbe scoparsela?
Per Kai, che vede come Il figlio che sua moglie gli ha negato? O più probabilmente per tutte queste ragioni insieme, conflittuali e ambigue, e proprio per questo più galvanizzanti della semplice coercizione a fare il bene? L’incontro con Gemma mette in crisi i principi morali con cui Tom è cresciuto, incarnati dalla figura di gigante buono di suo padre, e ancora rivendicati da sua madre e sua sorella, entrambe capaci di trasformare la lotta per le giuste cause in un carrierismo di successo (lo stesso che Tom ha mandato a puttane), e che non a caso intravedono nel disperato vitalismo di Gemma, nella sua volubilità e nella sua ansia di rivalsa, una fonte tossica di anarchia difficilmente addomesticabile (al contrario di quando era bambina, ovvero soltanto una creatura fragile e ferita).

Il nido ricorda un film bellissimo di qualche anno fa, Another Year, di Mike Leigh, che rivelava l’insita ferocia di una famiglia perfetta, eticamente irreprensibile, ecologista, generosa e disposta ad aiutare il prossimo; solo a patto che il prossimo non abbia troppi grilli per la testa. Nel romanzo di Winton, Tom imparerà ad amare quei grilli, o meglio, scoprirà che sono la parte più vera dell’essere umano.

Voto 4/5

Recensione di Veronica Raimo

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Conosci l'autore

Tim Winton

Tim Winton è nato nel 1960 a Perth, ed è il maggiore scrittore australiano degli ultimi decenni. Ha scritto venti libri, tra romanzi, racconti e testi per bambini. Due volte candidato al Booker Prize, ha vinto innumerevoli premi tra cui il Commonwealth Writers Prize e l’Australian Book of the Year. Tra i suoi libri pubblicati in Italia i romanzi Cloudstreet e Dirt Music, e la raccolta di racconti La svolta (Fazi editore). Il suo lavoro è stato tradotto in diciotto lingue e adattato con successo per la radio, il palcoscenico e la televisione. Due dei suoi romanzi sono in attesa di un trattamento cinematografico. 

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