Berlino, anni Settanta. Christiane vive in una famiglia difficile che per motivi economici si è trasferita in uno dei grandi quartieri della periferia: Gropiusstadt. A dodici anni si ritrova libera di cercare il proprio divertimento tra i palazzi dormitorio della zona in cui vive: inizia a frequentare i locali notturni e a fumare hashish. Nel giro di pochi mesi, nel silenzio complice di un’intera città, Christiane affonda – lentamente ma in modo inesorabile – nell’inferno delle droghe. Quando si ritrova a infilarsi un ago nel braccio per farsi di eroina crede di essere “arrivata”. Non sa che l’abisso della tossicodipendenza può rivelarsi interminabile. Trascritto dalle bobine su cui furono registrate le conversazioni di Christiane con Kai Hermann e Horst Rieck, due giornalisti dello “Stern”, questo libro non è soltanto il racconto di una sopravvissuta. È il documento straordinariamente evocativo di un’epoca e di una generazione, quella che più di tutte ha dovuto affrontare l’impatto delle droghe pesanti sulla propria vita. È la denuncia spietata di come l’annichilimento fisico e mentale di una persona proceda spesso di pari passo con il disfacimento di una società e dei suoi tessuti.)
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