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questo volumetto di Nick Hornby, "nn buttiamoci giu'" (cioe', nn buttiamoci giu' "da una Casa dei Suicidi" londinese di Londra, nella piu' che gettonatissima notte dell' Ultimo dell' Anno, cioe' ,nella notte piu' gettonata dell' anno per suicidarsi!! cioe' nn suicidiamoci piu'!!) piu' che un libro, e' una terapia di auto aiuto da uno scrittore a una lettrice - a un lettore, da provare.., da nn pensare piu' di suicidarsi..: l' intenzione di Nick Hornby da scriverci il volumetto, - lo dichiaro' a chi scrive che chiese due autografi!! l' autore, - Nick Hornby!! - a Milano anni & anni fa, da autografare due copie!! del Suo volumetto, una presentazione di un libro di Nick Hornby, a parte che nn del volumetto- : che il grimaldello che scardina dai cuori dei pensieri suicidarsi da suicidio.., per quanto resti difficile.. da provare.., difficile.., se da soli.., nn piu' difficile.., se in compagnia di chi fa questi stessi pensieri.., per colpa nostra.., nn sempre per colpa nostra.., e' di prendersi "un tempo..", (nel volumetto di Nick Hornby dall' Ultimo dell' Anno a San Valentino.., e di piu' & di piu'..): da provare.., da provarci.., "di prendersi un tempo..": le cose, le situazioni, gli amori, le colpe, le difficolta', in una parola, le cose, che ci provocano dei pensieri suicidarsi da suicidio.., nn restano identiche.., noi nn restiamo identici.., su una dose di fede.. , suuna dose di ironia su noi stessi.., noi traghettiamo noi stessi e il nostro proprio cuore altrove.., (altrove da un cornicione "di una Casa dei Suicidi" londinesi di Londra), altrove.., in un posto che nn ci avremmo pensato di essere in grado di traghettarci e, attualmente da esserci!!, di essere stati in grado di traghettarci!! (una pecca del volumetto: delle parole - delle parolacce - da censurare, straniano delle pagine).
Un incontro fortuito fra quattro aspiranti suicidi in bilico al quindicesimo piano di un condominio londinese si trasformerà in una seduta psicanalitica che a sua volta evolverà in una bighellonata eccentrica e imprevedibile per le strade della capitale inglese e anche oltre, fra dibattiti surreali in anonime caffetterie e vicende stravaganti, fra qualche momento di malinconia e battute fulminanti. La storia è raccontata in successione dai membri del quartetto, e l’Autore è attento a rispettare il diverso registro linguistico e i tic verbali o le sgrammaticature di ognuno dei narratori. Una lettura che in certi punti invita alla riflessione.
Leggendo l'inizio e altri bei libri di Hornby (primo tra tutti Alta fedeltà), mi aspettavo qualcosa in più da questo libro, ma le aspettative non sono state rispettate. non è male, ci sono degli spunti carini e divertenti, ma non mi ha entusiasmata molto.
Recensioni
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Prendete quattro loser , quattro persone sconfitte dalla vita che, per un motivo o per l'altro, decidono di farla finita. Fateli incontrare casualmente la notte di capodanno sul tetto di un edificio famoso in tutta Londra dal promettente nome di "palazzo dei suicidi". Normalmente avreste una strage di gruppo e la fine della storia. Se invece siete in un romanzo di Nick Hornby la storia è appena cominciata e potete aspettarvi qualsiasi sviluppo, purché dall'alto tasso d'imprevedibilità e di "hornbiano" umorismo.
Martin è una stella cadente del demie monde televisivo: coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale, abbandonato dalla moglie, braccato dai tabloid e ancora convinto che quella ragazzina avesse veramente diciott'anni. Maureen, lei ha tutte le caratteristiche del personaggio costruito per strappare la lacrima: sedotta e abbandonata da ragazza, si ritrova oggi con un figlio adulto su una sedia a rotelle, vegetale, e nient'altro. JJ è un americano che credeva di essere una rockstar, aveva una band e una ragazza: adesso fa le consegne a domicilio per un pizzaiolo russo. E Jess - maleducata e volgarissima figlia del viceministro dell'Educazione - è semplicemente fuori di testa.
Non buttiamoci giù si apre con il loro incontro sul tetto dell'edificio, poco prima del fatale salto. La loro - e dello scrittore - scarsa fantasia sarà anche la loro salvezza: conoscendosi, parlandosi, scopriranno che, tutto sommato, avevano solo bisogno di qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere, di un gruppo che tendesse sotto di loro una rete di protezione. O che, quanto meno, tenesse la loro mente occupata, lontana da propositi suicidi: e, nel corso della narrazione, di cose di cui preoccuparsi ne avranno, parecchie.
Ma l'intreccio e lo spunto iniziale sono solo pretesti per seguire i personaggi nei loro discorsi, tallonarli nei pensieri più tortuosi o balordi, farsi sommergere dalla loro logorrea euforica, vagamente isterica, sempre pronta - anche nei momenti più inopportuni: con le gambe penzoloni da un cornicione - a cercare la battuta, a strappare l'applauso.
Ecco, il segreto dell'"hornbismo" è questa scrittura gesticolante, protesa verso il lettore nel tentativo di portarlo dalla propria parte: gli si rivolge continuamente, cerca di coinvolgerlo, di compiacerlo. La superficie brillante, il gusto felice per la battuta o il sarcasmo ben temperato, rivestono un fondo profondamente rassicurante che tende a confermare chi legge nelle sue certezze di saggio buonsenso, nei suoi presupposti più pigri e accomodanti. Questa strategia Hornby la attua facendo leva sull'autenticità: il suo lettore deve stringere un patto con il testo secondo cui tutto ciò che leggerà sarà interpretato come la registrazione sincera e senza filtri (tanto meno letterari) di una coscienza, la voce fedelmente riprodotta di un individuo alle prese con una quotidianità spesso grigia e frustrante.
Fin quando ha potuto ricorrere all'esperienza vissuta, attingendo a un autobiografismo più o meno spinto, fin quando Hornby doveva fare Hornby, insomma, tale condotta ha funzionato bene: Alta fedeltà (Guanda, 1996) e, soprattutto, Febbre a 90° (Guanda, 1997), oltre a essere romanzi molto divertenti e ben riusciti, sono anche fedeli carotaggi di un'epoca e di un paese - l'Inghilterra post-thatcheriana - visti con gli occhi della classe medio-bassa presa in mezzo al social change di quegli anni). Manca il bersaglio nel momento in cui cerca di allargare lo sguardo generalizzando i temi e i personaggi: l'autenticità si trasforma in un'estenuata retorica dell'autenticismo la cui preoccupazione principale è quella di dire "Sono vera! Sono una voce autentica!".
Il romanzo è costruito dallo stretto alternarsi dei flussi di coscienza dei quattro protagonisti. Ma il tutto tende a ridursi a un mormorio ininterrotto, il brusio di una scrittura-pensiero senza silenzi: dietro alle quattro maschere c'è sempre la stessa faccia ghignante di Hornby, i suoi vezzi e le sue idiosincrasie. La caratterizzazione stilistica tende a sfumare, e le quattro voci a mescolarsi e confondersi nell'unico idioletto hornbiano. Le differenze psicologiche sono ridotte quasi a zero e i personaggi vengono identificati in base ai loro consumi piuttosto che a un'autentica umanità di cui sono palesemente privi.
Non buttiamoci giù: in ogni cosa c'è sempre il lato positivo. Ecco, vedetela così: il prossimo romanzo di Nick Hornby non potrà che essere migliore di questo.
Francesco Guglieri
L'autore di Febbre a 90', Alta fedeltà, Un ragazzo e Come diventare buoni, continua a raccontarci le passioni, le paure, le indecisioni degli uomini e delle donne di oggi in un nuovo romanzo spassoso e commovente, una storia ambientata nella Londra dei nostri giorni, che, nonostante il tema scioccante, è ricca di un humour irresistibile. La vicenda ruota attorno a quattro personaggi, che si ritrovano per caso nello stesso luogo con lo stesso terribile scopo: in cima a un palazzo per mettere fine alla propria vita. Ognuno ha le sue motivazioni: c'è un noto giornalista televisivo travolto dallo scandalo che si è giocato carriera, famiglia e reputazione andando a letto con una quindicenne; c'è una madre che non riesce più a sopportare la condizione di disabilità del figlio, ci sono l'adolescente sboccata e straordinariamente molesta e un musicista fallito, entrambi in crisi per una delusione amorosa. Che fare? La situazione si fa complicata e le soluzioni sempre più imprevedibili. Così, dopo un momento di iniziale perplessità, ha inizio un'animata discussione, gli aspiranti suicidi si raccontano, svelano i loro timori e le loro delusioni, fanno amicizia e infine, di comune accordo, decidono di scendere dal grattacielo. Da quel momento, però, la loro vita non è più quella di prima: ricominciare sarà difficile ma nella vita di tutti i giorni potranno contare sull'intima complicità che li lega e che li condurrà su strade prima impensabili.
Definito dal Sunday Times "lo scrittore migliore della sua generazione" , Nick Hornby riesce ancora una volta a dosare magistralmente umorismo, sentimento e vivacità, in un romanzo che fa rifettere ma anche divertire. Un ritratto pungente delle stranezze e delle bizzarrie della vita ma anche un invito a non "buttarsi giù", a non farsi sopraffare dalle difficoltà, a vivere la vita con intensità ma anche con una positiva leggerezza.
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