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Il non detto
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Il non detto
Libri
Promo attive (0)
Pagine:
96 p.
EAN:
9788873413080
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Annachiara
06 ottobre 2018
È stata una rivelazione continua, capace di suscitare una escalation di emozioni. Carlo Crosato sa entrare nella pelle dell'uomo, e con una onestà inusuale, che spesso viene invece mascherata da quel gusto estetico un po' preconfezionato delle poesie. Conoscevo solo pochi versi suoi (Pelle, Mira, Dio, forse Guarda). Ma mi mancava tutto il resto, soprattutto l'ironia. L'ho letto in treno, andata a ritorno (ma è da leggere e rileggere!), ogni tanto mi ritrovavo a ridere da sola. Mi piace moltissimo anche lo stile, libero da ogni dogma ma al tempo stesso così rigoroso nelle scelte, originale davvero. Ho visto che ha pubblicato diversi libri. Il mio auguro è che possa trovare il riscontro che merita.
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Ivana e Giovanni
19 luglio 2018
Crosato dichiara di non scrivere poesie. Apre così la sua raccolta: “Lo ammetto. Le parole usate non sono mie. Io le ho messe solo in ordine per poter dire il non detto”. All’inizio del suo “non detto”, elimina la W, X, J, Y, K, mette i puntini per eliminare il 7, l’8 e lo 0. Per non annoiare, parla di incoerenze, racconta piccole storie di vita quotidiana, con allegra ironia, parla di amici, parenti, di amori, di donne mai conosciute: “Mi manchi da un’intera vita, non ti ho mai conosciuta”. Di ragazze amate e perdute, di amori appena accennati e già finiti: “Cara, questa sera sono stato così bene con te, che, se anche tu sei d’accordo, io direi di non rivederci mai più”. L’ironia serve a esorcizzare la solitudine in un mondo che sembra affollato, ma è deserto: “Il mondo è pieno di gente e poi invece non c’è mai nessuno” e la grande sensibilità: “Se possibile, vorrei una pelle più spessa. Con questa si sente praticamente tutto”. Crosato entra a gamba tesa, con aria distratta mentre sembra si prenda gioco di noi, sui grandi temi dell’esistenza: Dio, l’Inferno, la Morte. Pur divertendosi, Crosato non sfugge al gioco delle parole che sono pratiche degli altri. Fidandosi appena degli uomini, ripropone la sua metafisica Morfeo, gli amici in filastrocca di solitudine e il sembiante teoretico di “Pare” e “Frattanto”. Rincorre Palazzeschi in “Empatia“ e si accorge che il mondo, girando, cigola; ha un ottimo udito per la fede sotto la credenza. Poi gioca, gioca, gioca, per deviare il pensiero; torna serio in “Sistemarsi” dove l’economia politica non scherza, e ancora a scherzare, su ciò che sembra dicano gli altri mentre è “Ben lontano da capire ciò che intendeva”. In questo oscillare tra il serio lo scherzo, Crosato tira il sasso e non ritira la mano, per pura provocazione: “E della vita, bravi tutti a cantare della vita”. Al lettore attento non sfugge quanto, con queste storie, Crosato sia alla ricerca di senso, di umanità, di relazione tra uomini e con l'Assoluto.
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Eugenia Borghi
16 maggio 2018
Un piccolo libro gentile, perché questa è la prima impressione che si riceve. Ma poi ti accorgi che è un libro che parla di cose importanti, mai banali, offrendo diversi spunti di riflessione e chiavi di lettura. Attraverso un linguaggio geniale di poesie e non-poesie ci parla di amore, amicizia, di odio, di qualunquismo. Come gli invitati ad una festa, che cadono rovinosamente uno addosso all'altro, perdendo la vita, ma la musica continua, grida, e i balli sono sfarzosi. E invece della solidarietà ce ne è un gran bisogno e pure della compagnia, anche le stelle si fanno compagnia, anche i soli, se sono due è meglio. Un libro da leggere ( e rileggere), un libro prezioso.
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