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Anno edizione: 2019
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Infine, anche i Korn sono riusciti a trovare la quadratura del cerchio. Dopo anni trascorsi in piena crisi di identità, tra sperimentazioni naif e remake fallimentari quanto quelli dei classici horror al cinema, la band di Bakersfield corregge il tiro, dopo aver ricaricato le batterie con "The paradigm shift" e dopo il rodaggio di "The serenity of suffering". "The nothing" ripropone ogni elemento che ha fatto la fortuna del sound del gruppo, ma riprendendo le strutture più dinamiche già introdotte con "The paradigm shift"; ci sono le chitarre ribassate, ma anche ritmi spesso in up-tempo, e non mancano (ovviamente) i ritornelli melodici di Davis, che al solito offre una prestazione eccellente, teatrale ma (fortunatamente) anche piuttosto sentita. Head e Munky, anche se in modo meno originale rispetto al passato, sono tornati in sintonia, musicalmente parlando, e contribuiscono ad un impatto sonoro potente e conciso, accompagnato da un Lazier alla batteria finalmente ben inserito e da un Fieldy valorizzato ed intrigante nelle sue linee di basso. Non ci sono nuovi classici al pari di una "Blind", forse, ma stavolta neanche filler o singoli discutibili. Nessuna vera novità inoltre, certo, ma i fans hanno già avuto modo di constatare (con molta pazienza) che i limiti compositivi dei loro beniamini si sono manifestati in modo evidente proprio quando decisero di esplorare nuovi lidi, almeno da "Untouchables" in poi: e "The nothing" è quanto di meglio proposto proprio da quel lontano e dignitoso lavoro del 2002. Bentornati, per davvero.
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