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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2024
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Primo libro che leggo di questo autore. Il protagonista è uno scrittore che, uscendo da una lunga malattia, tenta di ritornare ad una vita "normale". Il romanzo racconta le vicende accadute dopo il suo ritorno a casa e di personaggi che si intrecciano tra loro e intersecano la vita del protagonista.
Bello, bello! Anche se non ho capito il finale.
Oggi da noi, presso gli esperti e i critici più in voga, vige il pregiudizio secondo cui uno scrittore non deve essere "troppo intelligente". Be', Paul Auster è così intelligente che in Italia farebbe fatica a pubblicare. (Unica lacuna di questo autore: la quasi totale assenza di umorismo, ironia e autoironia). Se volete una scrittura sperimentale e/o "sgaruppata", cercate altrove. Ma se vi interessa un genio affabulatorio, questo è il libro che fa per voi.
Recensioni
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Gli Stati Uniti sono indubbiamente lo spazio geografico e culturale dove la grande combinatoria delle storie del nostro tempo ha luogo in maniera ipertrofica. L'estrema mobilità sociale, la disarticolazione dei vincoli interpersonali, la parcellizzazione anomica prodotta dall'individualismo "metodologico", la perdita di "senso comune" mettono in moto una macchina permutativa che produce storie che hanno tutta l'apparente irragionevolezza del caso . Paul Auster lo sa benissimo e lo ha dimostrato non solo con i suoi romanzi e i suoi film, ma meglio ancora con quel National Story Project ideato per Npr, la radio pubblica americana, con cui lo scrittore newyorkese ha chiamato a convegno la vena narrativa di centinaia di vite americane, poi raccolte e riscritte in Ho pensato che mio padre fosse Dio (Einaudi, 2002). Anche in questo suo nuovo romanzo, La notte dell'oracolo , Auster ricorre al suo deus ex machina preferito: il caso, vera e propria invenzione concettuale della modernità, che ridirige e riorganizza le nostre vite, rendendole creative, e producendo inattese novità epifaniche. Alla naturale permutativa della vita, si aggiunge infatti - come altra categoria privilegiata della modernità - l'ontologizzazione del "nuovo", per cui reinventarsi diventa una sorta di imperativo categorico, di possibilità che viene sempre offerta all'individuo. D'altro canto in una crescente standardizzazione delle nostre vite, questa spinta agisce da strumento compensatorio, come modo per recuperare o almeno aprirsi a un senso ulteriore.
A questi due paradigmi del moderno l'autore della Trilogia di New York sembra adeguarsi in maniera esatta anche in questa nuova opera. Ma al di là di essere l'espressione sociologica di una certa America, il limite che si pone nell'uso così insistente del caso come espediente romanzesco è di ordine meramente quantitativo: Auster ha collezionato così tante storie "incredibili", così tante coincidenze "significative", da renderle pressoché normative. Nelle macchine narrative dello scrittore statunitense il caso non è tanto un elemento fortuito ma necessario nella costruzione causale di ogni narrativa e di ogni esperienza. È la sola cosa che possa succedere e che accadrà in maniera prevedibile e meccanica. E se qualcuna delle storie di Auster può ancora risultare oracolo riprende poi un altro tema dell'Auster recente: la convalescenza, il recupero dopo una malattia quasi fatale, metafora di una più generale destrutturazione esistenziale. Il protagonista del libro, Sidney Orr, cerca di mettere insieme sia i pezzi sparsi della propria malfunzionante fisicità, sia quelli della propria vita professionale (il classico writer's block ) e personale (i debiti, il passato elusivo ed enigmatico della moglie). Si ripropone il topos dello scrittore in crisi che attraverso la ritrovata vena creativa cerca un percorso oracolare, ovvero di costruzione di un senso, una narrativa coerente, dai brandelli del suo vissuto, giustapposti come pezzi di un mosaico eteroclito, ma soprattutto come pezzi di romanzi e di storie che sembrano scendere come festoni dal soffitto di una New York in minore, e che rappresentano le chiavi attraverso cui Orr ritrova una visione coerente, un nuovo modello ermeneutico per la sua vita post-trauma. Il cognome stesso del protagonista (abbreviazione del polacco Orlowski) denota, in quella congiunzione disgiuntiva, la pluralità potenziale del personaggio, dove fili esistenziali agiscono parallelamente a trame narrative che sono possibilità intrinseche del vissuto e del narrato, mantenendo il lettore indecidibilmente in bilico tra finzione e realtà. Emergono così tinte vaghe da romanzo gotico, ma senza che il senso di uncanny riesca veramente a prendere il sopravvento nella mente del lettore, che rimane immerso piuttosto in un senso generale di implausibilità. La concatenazione logica dei fatti non gioca tanto attraverso la casualità, ma vira verso l'arbitrarietà.
In un autoriferimento intertestuale il motore del romanzo è poi un taccuino blu attraverso il quale Sidney ritrova improvvisamente ispirazione, con un'allusione fin troppo ovvia a quel Taccuino rosso dove Auster aveva già raccolto storie più o meno vere (Il nuovo melangolo, 1994). La sensazione che si ha nel leggere La notte dell'oracolo è che Auster avesse nel proprio taccuino (blu o rosso che fosse) alcune tracce sparse di plot, idee buttate giù negli anni, che ha cercato di mettere assieme inscatolandole secondo il più classico degli intrecci postmoderni di romanzo nel romanzo, ma senza la geometria calcolata di un vecchio maestro come Calvino. Tutto l'armamentario del citazionismo postmoderno - dal film di fantascienza, al romanzo storico, dall'episodio di cronaca simil-pulp, al manoscritto inedito ritrovato per caso - nel caso di Auster sembra deragliare in una sorta di involontario pastiche digressivo, senza avere una matrice strutturale di convincente tenuta narrativa. Anche l'espediente delle note a pie' di pagina, che moltiplica i fili della narrazione e scompone la lettura lineare del testo, sembra più un vezzo stilistico, un esile gesto d'ossequio alla dimensione ipertestuale delle nostre esperienze odierne di lettura, più che una sicura e meditata scelta sperimentale. Ci si chiede sino a che punto Auster tenti effettivamente di misurarsi con il "genere" postmoderno e sino a che punto ne resista i tratti più caratteristici. Soprattutto in quello stilema principe che è l'ironia, di cui non c'è traccia nel libro. E che appare come il segno di uno scrittore, l'oracolo Auster, che forse si prende un po' troppo sul serio.
"Il libro ha la struttura da concerto da camera, con pochi personaggi ed un arco temporale limitato nello spazio di due settimane", così Paul Auster definisce, in un'intervista rilasciata su la Repubblica, il suo ultimo romanzo, la storia di un giovane scrittore che ritrova l'ispirazione grazie a un miracoloso taccuino blu acquistato per caso in una cartoleria di Brooklyn. Appassionante storia nella storia, La notte dell'oracolo è un romanzo in cui realtà e finzione si intrecciano pericolosamente, in cui presente, passato e futuro si confondono, in cui le vicende della storia narrata e vissuta dal protagonista finiscono per identificarsi, in un inspiegabile concatenarsi di eventi.
Sidney Orr, questo è il nome del protagonista, vive per nove giorni sotto l'influsso del taccuino scrivendo come mai aveva fatto prima: incomincia un romanzo, lavora a un trattamento cinematografico, fissa sulla carta alcune riflessioni su un tragico fatto di cronaca. Giorno dopo giorno la sua vita si trasforma, anche quella privata, a tal punto che la storia d'amore con la moglie Grace, minacciata da fatti misteriosi, viene stravolta e rischia di concludersi tragicamente. Quale segreto nasconde Grace? L'amico e scrittore John Trause è sincero? Perché il proprietario della cartoleria, l'inquietante Mr Chang, lo evita e poi fugge precipitosamente? Le pagine del romanzo a cui Sidney sta lavorando sul taccuino dimostrano ben presto la loro natura: sono premonizioni del futuro che lo attende. Solo in quelle righe potrà trovare una soluzione. L'uomo comincia ad indagare per salvare il suo matrimonio e far affiorare la verità.
Ambientato a Brooklyn, in luoghi ben noti all'autore, la notte dell'oracolo è una detective story dominata dall'enigma più profondo che nasce e si sviluppa in una realtà quotidiana, una vicenda animata da personaggi e sentimenti di rara intensità che gioca sullo scambio tra piani temporali e in cui il protagonista è allo stesso tempo vittima e investigatore.
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