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scheda di Bardi, M., L'Indice 1992, n. 3
Con due spessi volumi sul Novecento a cura di Gilberto Finzi si completa nella collana dei Grandi libri Garzanti la serie di antologie dedicate al genere della novella: i centotrentaquattro autori (da Alfredo Panzini a Vincenzo Consolo) sono rappresentati da un unico racconto e sono raggruppati in quattro sezioni delimitate cronologicamente. Nella scelta sono stati esclusi brani di romanzo, pezzi autobiografici, prosa d'arte ed elzeviri, testi eccedenti le dieci pagine, autori nati dopo il 1935. I racconti sono corredati da una scheda bio-bibliografica sull'autore, da note essenziali e da indicazioni sulla prima edizione della novella. Ne risulta una mappa variegata e ricca in cui si possono individuare più direzioni di sviluppo rispetto alla struttura della "novella di fatti" ottocentesca, fedele ai criteri di verosimiglianza e verità oggettiva: fra il 1900 e il 1920 il realismo dà frutti tardivi con De Roberto, Deledda,Albertazzi e Di Giacomo, mentre D'Annunzio, Lucini e il primo Bacchelli si aprono a suggestioni estetizzanti e di gusto decadente; il bozzettismo si fa invece stilisticamente più raffinato e si connota in senso regionale in autori come Panzini, Moretti, Giuliotti, Papini. Ma le maggiori innovazioni sono riscontrabili negli scrittori isolati che sperimentano nuove forme narrative (Pirandello, Tozzi, Faldella) e nel sorgere di un interesse psicologico applicato alla nuova realtà sociale, industriale e tecnologica, sempre più lontana dal mondo contadino. La donna fa la sua comparsa nella letteratura nel doppio ruolo di scrittrice e di personaggio del racconto: da Annie Vivanti ad Anna Banti, lungo una strada percorsa anche da Carolina Invernizio e Sibilla Aleramo. Sotterraneo e guardato con sospetto il filone fantastico e nero che ha come riferimento il Buzzati surreale e onirico, mentre una vena che Finzi definisce "lirica " accomuna gli ambiti diversi degli impressionisti degli anni Trenta-Quaranta (Lisi e Moretti, Cicognani e Civinini), del realismo magico di Bontempelli e del realismo etico e civile di Pavese, Bilenchi e Vittorini. Nel secondo dopoguerra si afferma l'interesse per il costume e la classe borghese (Brancati e Moravia), che ha un suo riscontro nelle tendenze estetizzanti di Pasolini e Testori. Non mancano neppure, in questa raccolta di nomi e di stili, i registri del comico, del grottesco e della satira, da Palazzeschi a Campanile a Flaiano.
Man mano che si procede nella lettura - professionale o amatoriale, come sembra saggerire il curatore parlando di un ideale "lettore di gusto" - si scoprono corrispondenze fra nodi tematici, ossessioni, modelli di scrittura, problemi umani e sociali. Utile e interessante, fra le molte possibili, la verifica sulla ricerca sperimentale di un nuovo linguaggio, che si apre con i futuristi Marinetti, Buzzi e Soffici e procede con Pea, Gadda, Landolfi e Delfini.
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