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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2020
Dopo L’uomo senza inconscio, Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse.
Gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce? La schiavitù alla libertà? La vita morta alla vita viva? Dopo L’uomo senza inconscio, Massimo Recalcati ritorna con questo libro a interrogare la clinica psicoanalitica nel suo rapporto con le trasformazioni cruciali della società contemporanea e della psicologia delle masse. Al centro non è più la dimensione perversa di un godimento neo-libertino che rifiuta la Legge, ma il ritiro sociale del soggetto, la sua introversione melanconica. Il muro emerge come il simbolo inquietante del nostro tempo; è il muro della chiusura della vita nei confronti della vita; è la tendenza neo-melanconica al rifiuto della trascendenza dell’esistenza; è la pulsione securitaria che vorrebbe trasformare il confine da luogo vitale di scambio a bastione, filo spinato, porto chiuso. La sagoma perturbante della pulsione di morte, che la psicoanalisi dopo Freud avrebbe voluto ripudiare, ritorna prepotente sulla scena della vita individuale e collettiva.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ottimo testo di Recalcati, consigliato davvero per approfondire tematiche come malinconia e affetti.
Libro straordinario. Una fotografia della società e dell'uomo del nostro tempo. È un libro che per questo definirei "pratico": tratta della realtà, parla di noi, spenti o maniacalmente iperattivi (spenti ugualmente, ma attraverso strade diverse). Parla della schiavitù imposta dagli oggetti, del rifiuto della vita, delle dipendenze, dei disturbi alimentari, della necessità di fare i conti con tutto ciò che è ingovernabile e imprevedibile. La scrittura è chiara, i concetti tecnici vengono più volte spiegati (molto bene). Molto, molto interessante!
Questo nuovo libro di Massimo Recalcati, in linea con tutta la sua produzione, è un libro chiaro e lucido. Interessante e valida la tesi che propone: la nostra società assiste all'oscillazione dal paradigma del vuoto al paradigma securitario, esiti contrapposti del tentativo di trattare e negare la mancanza a essere. Il libro interpreta anche il nostro tempo, perché non esiste, già per Freud, fatto psichico sganciato dalla dimensione sociale. BELLISSIMO!
Recensioni
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