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Storia che ruota attorno ad una scena fondamentale,che ci sogneremo anche di notte.Per questo non l'ho trovata avvincente.Nè mi ha convinto la spiegazione finale.
Per essere un genio abilissimo stavolta Dickson Carr si è divertito troppo, ha seminato lungo le pagine tanti di quegli incastri, tante chiavi oscure, scatole strane e doppi fondi che arrivare a quadrare il mistero era sinceramente opera divina. Avevo amato molto I delitti da mille e una notte (altrettanto aggrovigliato ma sontuoso)e La tabacchiera dell'imperatore(favoloso intrigo di sottile psicologia delittuosa). Stavolta le acque hanno sommerso fino all'eccesso una linearità di trama impeccabile con astuzie e ingegnosità d'insieme degne dell'impossibile a lume di ragione. Certo, ci pensa Gideon alla fine, ma quanta felice fatica a riannodare ogni cavillo, dal momento che "è il tessuto corrotto del cervello che dobbiamo considerare". Fell si diverte a navigare in queste pagine:"Tutti gli assassini sono vanitosi, ma l'avvelenatore lo è in modo abnorme". E anche se si tratta di illuminare "tracce fredde come un ferro da stiro usato un anno fa", i trabocchetti cadranno nella graduale manovra che alla fine ne verrà fuori. "Lei sta rimettendo in ordine il mio cervello, caro Fell, o meglio gli sta dando un calcio nel punto giusto". Quattro suoi libri letti in un mese lasceranno la media comunque alta (ho anche letto Destare i morti..non recensibile qui come gli altri due citati). Ma scelgo lo stesso per mia inettitudine di premiare con un cinque questo romanzo perché la presunzione di voler le cose a nostra misura non può farsi pretesa davanti alla libertà e agli insulti del genio vero; sono cose che occorre sopportare con riconoscente riverenza,con umiltà sottomessa. Si ristampino i libri di Dickson Carr, o Carter Dickson; contro tutta questa modernità elettronica piena di Ris impeccabili e computeristica gelida, plastica malfatta che imita male i veri giganti, il fiuto di un uomo superiore, le sue manie, i suoi vezzi, i suoi fastidi eleganti, la sua cultura, sono elementi di gran lunga superiori e invitanti, più letterari,persuasivi, più autenticamente malati.
Non uno dei migliori editi da Polillo, ma buono lo stesso. Classico giallo in cui i possibili colpevoli sono tre o quattro, racchiusi in una stanza. Pieno di trabocchetti, come voleva del resto una delle vittime.
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