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La nuova edizione, arricchita di materiali inediti, di un libro divenuto di riferimento nella storiografia militare. «La “generazione sfortunata”, come la definisce Alfio Caruso nel suo bel libro L’onore d’Italia». - Aldo Cazzullo, Corriere della Sera
«Un autore di saggistica corrosiva, sempre insofferente dei luoghi comuni e delle verità inconfutabili». - la Repubblica
Bisognerebbe informarsi prima di scrivere, la Marina italiana fece l'impossibile per rifornire il fronte africano; non era colpa degli "ammiragli" se i britannici decrittavano il codice tedesco e quindi tutte le operazioni con l'intervento anche solo in via informativa dell'alleato venivano conosciute in anticipo dai nostri avversari.
Scritto molto bene, mai pesante racconta l'epopea dei soldati Italiani che hanno combattuto in Nord Africa. Purtroppo punta molto sul tradimento di "alcuni pezzi grossi di Roma" che avrebbero agevolato gli alleati con le loro soffiate, un falso storico cosa che è stato dimostrato da molti anni (violazione di Enigna da parte degli inglesi). Da leggere se si hanno chiari i fatti reali, altrimenti potrebbe risultare fuorviante
Mi dispiace notare come ancora una volta si riprendono le infondate teorie, sconfessate dalle rivelazioni sul sistema di decrittazione "Ultra", in merito al "tradimento della Marina" infangando così la memoria delle migliaia di marinai che si sacrificarono per permettere l'arrivo a destinazione dei rifornimenti. Che, in massima parte, arrivarono. Il sig. Caruso avrebbe potuto leggere i dati sui convogli riportati in "La guerra italiana sul mare" di Giorgio Giorgerini, tanto per esempio, invece di accodarsi superficialmente alla leggenda che vuole ogni convoglio italiano distrutto dagli inglesi (nulla di più falso). I rifornimenti no arrivavano perché erano pochi già al momento della partenza dai porti, il sistema industriale italiano non era in grado di sostenere una guerra di lunga durata.
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