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Il volume presenta una ricca rassegna di teorie e metodi per lo studio e il cambiamento dell'organizzazione. Questa è vista come fenomeno multidisciplinare; perciò, teorie, metodi e procedure proposti attingono a vari campi di sapere disciplinare, ad esempio: discipline politecniche, ricerca sociale e psicologica, scienze della cognizione, studi sociali dei sistemi informativi, economia dell'organizzazione.
Due sono le caratteristiche che rendono la pubblicazione uno strumento utile per studenti, practitioners e studiosi. Innanzitutto, offre una rappresentativa selezione della varietà di approcci disponibili al problema dell'organizzazione. Nella prima parte vengono presentate le diverse risposte che le teorie esistenti offrono alle questioni di fondo della conoscenza organizzativa: che cosa si intende per organizzazione? e per struttura? e per razionalità organizzativa? da che cosa dipendono la configurazione di un'organizzazione o la sua variabilità nel tempo e nello spazio? Analogamente, nella seconda parte si da conto dell'eterogeneità di metodi e procedure disponibili per osservare, documentare e interpretare la variabilità strutturale oppure per intervenire consapevolmente sulla struttura dell'organizzazione. Alcuni saggi della seconda parte possono essere letti come una sorta di "continuazione" di alcuni di quelli contenuti nella prima. Questa architettura dell'opera deriva da un assunto esplicito: metodi e tecniche, da un lato, e teorie, dall'altro, sono sempre collegati tra loro; i metodi e le tecniche, più precisamente, non sono neutrali, ma presuppongono un certo modo di vedere l'organizzazione.
L'altra importante caratteristica del volume è che stimola e supporta il lettore nell'adozione consapevole di una propria postura conoscitiva. La densa ma chiara introduzione del curatore mostra infatti come metodi e procedure siano sempre orientati ontologicamente ed epistemologicamente; inevitabilmente, essi esprimono, in modo a volte implicito, un modo prevalente di considerare l'organizzazione e la conoscenza attorno a essa. Apprezzabili risultano dunque i suggerimenti offerti per aiutare il lettore a maturare una propria scelta interpretativa e di ricerca. Suggerimenti così riassumibili: di una teoria, sforzarsi innanzitutto di esaminare la coerenza interna, valutare cioè se si compone di concetti e ipotesi compatibili in relazione al loro prevalente orientamento epistemologico e ontologico; valutare poi se, rispetto alla concezione presupposta, la teoria offre risposte soddisfacenti a questioni alternative a quelle per cui è stata originariamente elaborata; dei metodi e delle procedure, valutare la coerenza rispetto ai presupposti epistemologici e teorici. In definitiva, l'invito a formulare una propria valutazione circa l'adeguatezza di una teoria, e relativi strumenti di indagine, a soddisfare il beneficio (promesso) dello sforzo conoscitivo (ad esempio "conoscere per trasformare").
In sintesi, il principale merito che va riconosciuto al curatore è quello di fornire al lettore un'ampia rassegna della varietà di approcci all'analisi organizzativa e una bussola per orientarsi in questo panorama variegato. L'obiettivo di semplificare la vita al lettore non era facile: lo si poteva raggiungere più comodamente in modo direttivo, suggerendo la visione del curatore. Più correttamente, si è tenuto fermo il principio che gli approcci presentati sono tutti ugualmente legittimi e fertili per la conoscenza dei fenomeni organizzativi. Ci sembra un buon esempio di pluralismo teorico e metodologico che non cade nel relativismo assoluto.
Ylenia Curzi
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