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Origini - Amin Maalouf - copertina
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Origini

Descrizione



“Mi riconosco facilmente nell’avventura della mia vasta famiglia, sotto tutti i cieli. Nell’avventura e anche nelle leggende.”

Dopo la scomparsa del padre in Libano, Amin Maalouf riceve a Parigi una cassa colma di documenti di famiglia che risalgono ai bisnonni paterni. Un’occasione per tornare con la memoria alla complessa storia delle generazioni che lo hanno preceduto. Tra contadini radicati nella sapienza originaria della terra, predicatori fondamentalisti, patrioti in lotta contro l’impero ottomano, uomini e donne impegnati a sopravvivere ma anche a realizzare i loro desideri di emancipazione dai pregiudizi di una cultura rigidamente tradizionale, si compone una grandiosa saga familiare. Una storia attraverso cui raccontare il conflitto di religioni, il confronto fra Oriente e Occidente, il dramma del fondamentalismo.
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Dettagli

2016
8 settembre 2016
508 p., Brossura
9788893440509

Valutazioni e recensioni

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Lapo
Recensioni: 5/5

Così come per tutti, anche per l’Autore è giunto il momento di fare i conti con il proprio vissuto, alla ricerca di quelle origini che affondano nel Medio Oriente dell’impero ottomano e le cui memorie sono oramai appannate dal suo lungo periodo di residenza a Parigi. Il quadro viene pazientemente ricostruito attraverso i ricordi dei racconti infantili, l’aneddotica, l’assistenza di qualche parente ancora in vita e soprattutto il minuzioso esame di lettere, fotografie, quaderni e album raccoglitori di documenti vari ritrovati in baule della casa dell’odierno Libano nella quale Maalouf visse i giorni dell’infanzia e dell’adolescenza. Nella genealogia, Maalouf risale ai bisnonni e poi passa alla successiva generazione, prozie e prozii e fra di essi il nonno Botros, spirito libero, generoso idealista e nemico dell’oscurantismo e del fanatismo, con i suoi scritti civili e poetici e con il mistero della sua trasferta a Cuba che nessuna carta aiuta a svelare. L’isola caraibica sarà teatro di una ulteriore ricerca dell’Autore sulle tracce di un prozio lì emigrato e sepolto. La narrazione delle intrecciate vicende, nella quale a tratti emergono schegge dell’impero ottomano in progressivo disfacimento, possiede la ricchezza e la profondità che caratterizzano molti scrittori – e ancor più scrittrici – mediorientali che con rara intensità dipingono la complessità sociale, religiosa e culturale delle loro terre.

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AdrianaT.
Recensioni: 3/5

È così che accade: si perdono i pezzi della nostra storia man mano che chi li conosceva se ne va. E succede anche che, a un certo punto della vita, viene una gran smania di sapere chi erano e che cosa avevano combinato quelli che ci hanno preceduto di cui conserviamo frammenti di DNA e di cui avevamo vagamente e disinteressatamente sentito parlare qua e là nelle varie occasioni di famiglia. E allora, prima che muoiano anche gli ultimi testimoni e spariscano irreversibilmente le tenui e aggrovigliate tracce degli ascendenti con la loro densa valigia dei ricordi, si innesca il sacro furor della ricerca e recupero di quelle vite andate, "nebulizzate in una polvere di parole" il cui imprinting ha in qualche modo forgiato le nostre caratteristiche e che improvvisamente, assorbono tutto il senso dello stare al mondo. Prepariamo la nostra valigia di parole, dunque; può darsi che a qualcuno venga voglia di sapere di noi, dopo... «Quello che si trovava nella valigia era la sua vita, tutta la sua esistenza, riversata là dentro alla rinfusa, con le date vaghe, perché un giorno un discendente venisse a riordinarla, a ricostruirla, a interpretarla: era questo il compito al quale non potevo più sottrarmi. Non esisteva più la possibilità di rifilare la valigia alla generazione successiva. Io ero l'ultima stazione prima dell'oblio: dopo di me, la catena di spiriti si sarebbe interrotta, nessuno più sarebbe stato in grado di decifrare quelle storie.» Assieme all'infrangersi del sogno di un Impero Ottomano rigenerato, 'Origini' racconta che esiste sì l'amore consumato in vita, ma anche quello che comincia solo dopo la morte.

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giulia
Recensioni: 5/5

Maalouf conduce passo passo il lettore attraverso le minuzie delle sue ricerche, dove antiche lapidi e fotografie scolorite, documenti d’archivio e congetture compongono un mosaico sempre più esteso e colorato, fino a far rivivere mondi scomparsi: prima quello scabro e levantino del villaggio natale, poi quello della “belle époque” cubana. A rendere la lettura sempre più coinvolgente, la crescente passione dell’autore stesso, che all’inizio del libro sembra titubante di fronte alla titanica impresa di costruire un’epopea su basi scarsamente documentate, poi si abbandona alla travolgente presa dei sentimenti, riuscendo a far combaciare l’originalità del proprio percorso con l’esigenza universale di convivenza tra culture e tradizioni diverse.

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Voce della critica

“Se si privilegia troppo il momento vissuto, ci si lascia assediare da un oceano di morte. Al contrario, rianimando il tempo trascorso, si allarga lo spazio di vita.
In ogni caso, per me, la ricerca delle origini appare come una riconquista sulla morte e sull’oblio, una riconquista necessariamente paziente, devota, accanita, fedele”.

Accade quasi a tutti, a una certa età, dopo la scomparsa dei nonni e dei parenti delle generazioni precedenti, di rimpiangere di non aver fatto abbastanza domande sul passato della famiglia, sulle storie di uomini e donne che ci hanno trasmesso, insieme ai loro cromosomi, tratti fisici e psicologici, talenti e forse paure, di cui ormai non siamo più in grado di ricostruire i percorsi e le ramificazioni. Molti scrittori, arrivati a tale soglia, sentono l’esigenza di dedicare un libro alla ricerca delle origini, come per riappropriarsi della forza insita nel rigoglio di un albero genealogico. Nel caso del libanese Amin Maalouf, grande narratore di storia e di storie (ricordiamo ad esempio “Le crociate viste dagli arabi”, “Il manoscritto di Samarcanda”, “Il periplo di Baldassarre”), il racconto familiare diventa una parabola esemplare dell’incontro-scontro tra la civiltà orientale e quella occidentale al passaggio tra Otto e Novecento, in un villaggio montano in crisi d’identità, tra ottomana e siriana, francese e libanese, travagliato anche da controversie religiose, per la difficile convivenza di cattolici, ortodossi, protestanti e maroniti.
Più che una famiglia, quella dei Malouf è una tribù, le cui ramificazioni si intrecciano inestricabilmente, per l’uso di matrimoni tra parenti. In “Origini”, che è soltanto la prima parte di una ricca saga, ad essere oggetto dell’attenzione e delle ricerche dello scrittore sono soprattutto due fratelli, Botros e Gebrayel, entrambi proiettati verso il cambiamento, e desiderosi di confrontarsi con il progresso e la tecnologia occidentali, ma con diversi obiettivi. Il maggiore, Botros, bisnonno dell’autore, vorrebbe importare le nuove conoscenze per aiutare il suo paese a scrollarsi di dosso l’arretratezza secolare, e fonderà nel villaggio una scuola all’avanguardia tra mille difficoltà, mentre Gebrayel sceglie la via dell’emigrazione, diventando a Cuba un facoltoso commerciante.
Malouf conduce passo passo il lettore attraverso le minuzie delle sue ricerche, dove antiche lapidi e fotografie scolorite, documenti d’archivio e congetture compongono un mosaico sempre più esteso e colorato, fino a far rivivere mondi scomparsi: prima quello scabro e levantino del villaggio natale, poi quello della “belle époque” cubana. A rendere la lettura sempre più coinvolgente, la crescente passione dell’autore stesso, che all’inizio del libro sembra titubante di fronte alla titanica impresa di costruire un’epopea su basi scarsamente documentate, poi si abbandona alla travolgente presa dei sentimenti, riuscendo a far combaciare l’originalità del proprio percorso con l’esigenza universale di convivenza tra culture e tradizioni diverse.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Amin Maalouf

1949, Beirut

Amin Maalouf è nato in Libano nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti. Dopo gli studi universitari nel campo dell’economia e della sociologia, si è trasferito a Parigi nel 1976, diventando direttore del quotidiano «Jeune Afrique». Il suo primo libro, Le Crociate viste dagli arabi (1993), è ormai un classico tradotto in moltissime lingue. Bompiani ha pubblicato i romanzi Col fucile del console d’Inghilterra (1994), con cui vince il premio Goncourt, Gli scali del Levante (1997), Il periplo di Baldassarre (2000), Il primo secolo dopo Beatrice (2001), Origini (2004). Nel 1999 gli è stato conferito il Premio Nonino per la sua opera, e nel 2004 il Prix Méditerranée per Origini. Bompiani ha pubblicato anche...

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