L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani
- EAN: 9788807171437
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L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani
Umberto Galimberti
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Bello ma da prendere con le pinze
20/12/2020 19:22:02
Il saggio veramente interessante, ma traspare che Galimberti è un bachettone e vede il mondo bianco e nero. Ma contestualizzato con lo scrittore e l'anno di pubblicazione (il 2007) dà comunque tanti spunti interessanti su cui riflettere, ecco un giovane secondo me lo può leggere tenendo sempre presente che il libro racconta una visione bianco o nero, mentre i giovani hanno un ragionamento più fluido.
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15/12/2020 05:07:16
Anche qui , ho un debole verso l'autore , per la sua semplicità di argomentazione , ma mi spinge a rileggerlo per aprire nuovi scenari , nuovo contesti in cui operare ciò che ho appreso .
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11/11/2020 21:04:04
Libro splendido, consiglio a tutti a quelli che vogliono approfondire il discorso del nichilismo nella nostra epoca
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17/06/2020 06:53:42
Recensione “Il nichilismo e i giovani” Con graffiante sincerità e una limpida visione, Galimberti trasmette uno spaccato contemporanea non solo sul nostro stile di vita, ma come questo modo di affrontare la giornata sia condiviso da molti individui che però non comprendono la situazione dei loro simili, una comunità basata sulla convivenza di individui votati al consumismo e al “qui ed ora”, dove i giovani sono abbandonati dalla famiglia, dalla scuola e in ultimo dalla società, che secondo l’autore necessità non di riscoprire gli antichi valori, ma di permettere alle nuove generazioni di svilupparne di nuovi più adatti al futuro e al progresso.
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12/05/2020 19:09:10
Parere più che attuale per la generazione presente e per quelle che verranno. Lettura che personalmente consiglio a tutti, a partire da ragazzi, adolescenti, genitori e adulti in generale. Temi trattati molto affascinanti e importanti per tutti, lettura scorrevole e di facile comprensione. Scritto veramente bene. Consigliato
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25/09/2019 15:24:03
Credo sia un libro che ogni adolescente dovrebbe leggere, tratta vari temi molto importanti per la realtà attuale, consiglio anche di guardare vivamente l’intervista di Umberto galimberti e fabri fibra inerente al libro.
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27/05/2019 20:55:08
Non si riesce a staccarsi dalla lettura di questo libro, oltre che per i contenuti, anche per il fascino della scrittura.
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18/09/2018 14:32:51
Ottima panoramica sulla nostra generazione e, a mio avviso, anche sulle successive. Un libro che prende in considerazione vari aspetti dei giovani di oggi, facendone una buona analisi. L'unica pecca è che si tratta più di descrizioni che critiche, perché alle critiche di solito seguono possibili soluzioni...però può essere sicuramente utile leggerlo, quanto meno per prendere atto delle cose che accadono in noi e intorno a noi, osservate dal punto di vista di un illustre rappresentante di una generazione molto diversa dalla nostra.
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19/04/2018 12:45:48
Ingredienti: le nuove generazioni osservate da un vecchio docente universitario, un vuoto che si nasconde dietro il loro divertimento e consumismo, un ospite moderno che occupa e amplifica questo vuoto, un disagio più culturale che esistenziale. Consigliato: a chi vuole (ri)scoprire la modernità del pensiero di Nietzsche, a chi cerca vie d’uscita al nichilismo imperante.
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15/01/2017 15:52:25
Umberto Galimberti lo pubblica nel 2007, con il sottotitolo: il nichilismo e i giovani. L'autore indaga sul mondo giovanile, chiedendosi cosa si può ancora fare per questa generazione, per aiutarla ad uscire dall'epoca delle passioni tristi. Parla di scuola, famiglia, tempo libero, droga, musica, violenza e suicidio. Dove gli spazi sono vissuti dai giovani, ma non sempre abitati e dove gli adulti hanno abdicato al loro ruolo di guide, anche loro fin troppo disorientati dalla modernità.
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27/05/2015 22:12:24
Questo saggio apre la porta tra il mondo degli adulti e quello dei giovani, con una maestria e una lucidità, che solo il filosofo e psicoanalista di orientamento junghiano Umberto Galimberti sa fare.
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06/11/2013 14:55:48
La "pars destruens" (le ragioni del nichilismo) è passabile, ma è soprattutto farina di altri sacchi (hedeggerismo, Nietzsche, Severino, Volpi e molti altri). Quella construens (il rimedio al nichilismo) è ripiena di filosofemi, retorica, culturame incipriato da un'orgia di citazioni veramente irritante (gli ultimi due capitoli sono dei funambolici abracadabra di parole a effetto). Il libro metafisicizza (tutta colpa dell'heideggeriano "Gestell", la tecnica) l'origine del nichilismo, e l'autore non spende neppure mezza riga sul disastro morale, sull'ecatombe civile, molto storica e pochissimo metafisica, che specie in Italia si è consumata negli ultimi trent'anni. No, per Galimberti, è tutta colpa dei professori di scuola media e superiore (tema reiterato con una certa metodicità). Loro, i rabdomanti delle università, hanno prodotto solo civiltà, mistici entusiasmi, ethos sublime e sguardi biliosi verso la plebaglia rozza e indisciplinata.
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05/07/2010 12:25:51
E' stata l'intervita di Galimberti al "senso della vita" di Bonolis a spingermi a comprare il libro. Diciamolo subito, l'autore è indiscutibilmente un grande nome e scrive in modo magistrale. Il libro, a mio avviso, alterna passaggi e capitoli davvero illuminanti e condivisibili come il secondo su scuola e professori e il terzo sull'"analfabetismo emotivo", ad altri dall'approccio troppo "alto" e filosofico, che non risolvono fino in fondo il problema e che finiscono fatalmente per annoiare. Insomma, un libro SUI giovani (comunque ben fatto) ma non certo PER i giovani.
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01/07/2009 00:23:20
ciao ,non ho ancora letto alcuno dei libri del Prof.Umberto Galimberti, ma ascoltato su yuo tube è mia profonda convinzione che lo stesso sia l'espressione dell'anima;quella di tutti Noi. Grazie Professore . firmato: una persona comune
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16/04/2009 22:34:16
Un libro illuminante di una chiarezza rara. La capacità di Galimberti di dare un taglio sia psicologico che filosofico, permette di vedere i temi trattati secondo una nuova luce.
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10/03/2009 14:19:40
La lettura di questo libro mi ha attraversato l'anima. Grazie Professore.
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06/03/2009 19:04:11
Leggendo il libro ho avuto questa sensazione, pur trattando di una problematica " inquietante" e che oggi genera forti disagi (non solo nel mondo giovanile a dire il vero)l'autore ne rimane completamente distaccato e a tratti compiaciuto. Il testo è un taglia-e-incolla di altri testi scritti dall'autore stesso o da altri autori (si veda ad esempio lo splendido ma introvabile " Il piacere e il male" di Giulia Sissa)non debitamente citati. Nel complesso è un'opera mediocre.
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29/10/2008 18:30:21
Premetto che stimo molto Galimberti per la sua chiarezza espositiva e per i suoi insegnamenti sempre così ricchi di contenuti. Devo dire però che questo libro difetta proprio di insegnamenti, non è altro che un'analisi fredda dei giovani. Non dà speranze ne indica vie molto più avvincenti risultano le sue interviste televisive o i suoi articoli.
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24/10/2008 17:48:47
il libro ha dei buoni spunti, solo che sembra scritto da un parroco di campagna, ci sono troppi predicozzi e resta troppo in superficie. comunque, l'analisi c'è, qualche idea viene anche fuori, mi sare aspettato un'elaborazione di un certo spessore alla quale una persona che insegna filosofia dovrebbe essere abituata. in ultimo una domanda: cosa s'intende per musica giovanile? quali sono i limiti? io ho quarant'anni ascolto il rock anni '70, sono vecchio? mi sembra un po' tirata via la parte musica-politica, e oserei dire un po' faziosa
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09/06/2008 17:38:46
UN LIBRO SUI GIOVANI Il filosofo Galimberti dall’alto della sua scienza ci descrive quasi “tecnicamente” l’origine e le motivazioni della presenza de “l’ospite inquietante” tra i giovani. Avevo appena letto con grande interesse Galimberti, quando mi sono imbattuto nel romanzo di Luca Melis: UN’OMBRA NELL’ANIMA, che pare descrivere dal di dentro il messaggio lucido e analiticamente ineccepibile del filosofo. Indubbiamente sono stato preso da una grande emozione nel percepire gli stati d’animo dei giovani protagonisti di questo romanzo, per i quali: “tutti i giorni sono come uno solo, nell’uniformità perfetta di una vita che assapora quel vuoto di esperienza che accade quando si sono verificate tutte le attese, tutte le speranze, tutte le illusioni. E’ allora che l’impossibile, come un muro sbarra tutte le vie del possibile che alimentano il futuro.(Galimberti)”. Luca Melis con lucidità e crudezza descrive le crisi personali del protagonista e del suo “branco” che sono, insieme, crisi della società in cui vive. Parliamo dell’esordio di un figlio del nostro tempo malato che, come scrittore, richiama con stile minimalista e incalzante procedere narrativo alla storia, spesso inquietante, dei giovani d’oggi in una Milano da vivere e da scoprire. In questo contesto è interessante verificare come il romanzo di Luca sia pervaso da una continua speranza, vista come apertura verso il possibile e superamento dell’attesa: “E’ come un enigma da sciogliere giorno dopo giorno. E giorno dopo giorno cambiare per quanto possibile, quegli automatismi. L’unica certezza farlo quasi esclusivamente per me stesso. Alla faccia della filosofia e della religione, che non mi appartiene, se non per la cultura che mi ha nutrito sino a qui. (Luca Melis)”. Mi pare poi che la via d’uscita sia concretamente espressa nell’arte dello scrivere questo romanzo per il quale Luca vedrà sicuramente riconosciute le proprie capacità, come parte della sua “arte di vivere”.
La tesi di fondo che anima il nuovo saggio di Umberto Galimberti, filosofo, psicologo e saggista di successo, è che il mondo di oggi, in particolare quello dei giovani di oggi, sia pervaso dal nichilismo e dall'assenza di valori e di senso. Il nichilismo infatti è quell'ospite inquietante, ben descritto da Nietzsche a fine Ottocento, che oggi torna ad aggirarsi nella vita dei ragazzi e delle ragazze italiane, cancellando prospettive e orizzonti, intristendone le passioni e fiaccandone l'anima. In un mondo che funziona esclusivamente secondo le leggi della tecnica e del mercato, scrive il filosofo, i giovani si sentono disincantati e sfiduciati, si scoprono disinteressati alla scuola, emotivamente analfabeti, inariditi dentro. Solo il mercato sembra interessarsi di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove però avverte Galimberti "ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa".
Questo stato di disagio fa sì che le famiglie si allarmino mentre risultano inefficaci i rimedi elaborati dalla nostra cultura sia nella versione religiosa, perché "Dio è davvero morto", sia nella versione laica e illuminista, perché non sembra che la Ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini. Nel deserto emotivo, creato dal nichilismo, attecchiscono secondo Galimberti i fenomeni di devianza giovanile noti alle cronache: il bullismo nelle scuole, le violenze degli ultrà negli stadi, l'ecstasy e le altre droghe nelle discoteche, i sassi gettati dal cavalcavia delle autostrade, sino ai gesti più estremi di terrorismo politico, di omicidio e di suicidio.
Ma come uscire da questo cupo scenario, che è per Galimberti innanzi tutto un problema culturale, e non psicologico e sociale? Come andare oltre il nichilismo? La soluzione c'è, scrive il docente di Venezia. E passa, manco a dirlo, ancora per Nietsche, quando ne La gaia scienza il grande filosofo tedesco scriveva: "La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo sempre più ricca, più desiderabile e più misteriosa (
) La vita come mezzo di conoscenza. Con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma anche gioiosamente vivere e gioiosamente ridere". La proposta di Galimberti è dunque quella di risvegliare e consentire ai giovani di dischiudere il loro segreto, spesso a loro stessi ignoto. Se gli adulti sapranno insegnare ai ragazzi l'"arte del vivere", come dicevano i Greci antichi, che consiste nel riconoscere le proprie capacità, nell'esplicitarle e vederle fiorire secondo misura, allora con questo primo passo i giovani potrebbero innamorarsi di sé. E quell'"ospite inquietante", messo finalmente alla porta, non sarebbe passato invano dalle loro esistenze.
