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Anno edizione: 2018
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Un insieme di racconti, ricordi d'infanzia, spaccati di vita ispirati alla biografia della stessa scrittrice. Con una scrittura chirurgica, senza fronzoli e filtri, a metà strada tra autobiografia e romanzo, Ornela Vorspi ci mostra la realtà della condizione femminile in Albania.
Originale la scrittura di Ornela Vorpsi. Racconto in prima persona da parte di una bambina albanese. Storia, cultura, politica e amore si intrecciano e influenzano. Un po’ crudi certi passaggi ma mai forzati o violenti. Interessante.
Recensioni
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Negli ultimi anni, non senza l’aiuto della crisi, il campo editoriale ha corretto un tiro che non era stato sempre razionalissimo: scoppiata la “bolla degli esordienti”, lo scouting è tornato a essere prerogativa delle “indie”; realizzato che lanciare i libri come fossero mucchi di dadi era sul lungo termine controproducente, è cominciato un percorso di decrescita del numero di uscite; l’ultimo processo virtuoso in atto, sebbene non riguardi ancora le major, è infine quello dei “recuperi” – o, alla francese, repêchage. Il sistema distributivo, che con tanta lestezza riempie gli scaffali di novità per svuotarli allo scaglione successivo, ha il vantaggio di fare da volano ai libri che vendono da subito, ma dall’altro lato macina innumerevoli testi senza dar loro il tempo di trovare i propri lettori. Ci si trova così nella situazione paradossale in cui molti libri, pur richiesti, risultano indisponibili.
Sorprende per la qualità della prosa, oltre che per l’ironia dolente e beffarda che lo pervade, Il paese dove non si muore mai, scritto in italiano dall’albanese Ornela Vorpsi e recuperato da minimum fax a tredici anni dalla prima uscita per Einaudi: una lingua che trova la propria esattezza nello spaesamento, e ben spiega perché Aleksandar Hemon, bosniaco che ha trovato la propria voce in inglese, l’ha inclusa nella sua Best European Fiction.
Vanni Santoni
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