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Per chi ama le storie surreali di Benni non rimarrà deluso da questa metafora del gioco come sfida e catarsi. In questo caso il gioco è quello del biliardo attorno al quale ruotano le esistenze di bizzarri ma reali personaggi.
E' poco più alta di una stecca, capelli neri col caschetto, sempre seria, sempre vestita di nero, ricalcata in modo quasi maniacale sulla figura di Matilda, la ragazzina che Leon si porta in giro per il mondo in cerca di gente da ammazzare; quando fa il suo ingresso al bar la gente smette di respirare perché al biliardo non la batte nessuno. E il bar può anche essere il Bar Sport adulto, vecchio, dopo che la Luisona è stata mangiata e i tennici hanno rinunciato a fare gli allenatori, pieno di polvere, immerso nel buio illuminato solo dai laghetti verdi dei biliardi, dove Pantera combatte le sfide che valgono la vita. Fino all'arrivo di Jones, L'Inglese, praticamente David Bowie in completo bianco e occhi bicolori, che la sfida. Ma è una partita che si gioca in tre, e il terzo è la solitudine. Fumettone meraviglioso, un ammasso di metafore, di ironia e tristezza, più cattivo del solito Benni ma incredibilmente anche più realistico, perché quella vita lì da qualche parte esiste, nei sotterranei dei bar, dove "ci sono partite che si giocano una volta sola, e te ne accorgi soltanto quando si spengono le luci". E poi un raccontino, subito dopo la fine, che è ancora meglio di Pantera. "Aixi", straziante, un'onda d'amore verso il mare e verso tutte le cose che contano davvero ma che stanno per finire o che sono state sepolte dalle sovrastrutture che non si sa più chi ha costruito. Un paesino di pescatori che credono a Nettuno e ai santi del mare e che scrivono davanti alla porta di casa: "Grazie San Pietro, che è morto solo il cane". E qui vive Aixa, 12 anni e le mani distrutte dagli ami, che lotterà con un pesce enorme come fece Santiago di Hemingway e che alle sue amiche in completino rosa che odorano di cingomma che le cercano il fidanzato fico, dice solo: "Sai chi mi piace Aida? Chi sa sempre quale vento ha in faccia". Voto 10. Prezzo alto per librino minuscolo e per giunta illustrato, che vale ogni centesimo speso. "Ridete, ridete. Siete barchette di carta"
Due racconti brevi, carezzevolmente malinconici, a ribadire la poetica di Benni, con ben incastonati disegni di Luca Ralli, ad arricchire un libro che a dispetto del tempo di lettura è comunque gradevole e godibile, in quanto la qualità non si misura in numero di pagine.
Recensioni
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Nel vasto sotterraneo di una città, la cui localizzazione non è ben definita, si trova un posto magico:
l’Accademia dei Tre Principi, la sala da biliardo più grande della zona.
In questo luogo, lontano dai rumori e dalle frenesie della città, si accede attraverso delle rampe di scale che conducono in un «mondo buio e silenzioso». Non tutti possono addentrarsi, soltanto chi ha il coraggio di penetrare le viscere della città e entrare a far parte di un’umanità malinconica e disillusa che cerca con il gioco di consumare i suoi rimpianti.
Riesce a varcare la soglia di questo mondo suburbano un ragazzino che non ha nome e di cui conosciamo poco, quel che basta per capire che somiglia a un giovane Holden del nostro tempo.
In Pantera, il nuovo dittico di racconti di Stefano Benni è lui il protagonista della prima storia: un cameriere tuttofare che è anche la voce narrante del libro.
Con lui entriamo nell’oscurità di un posto surreale, popolato da anziani pensionati, prostitute fumatrici di sigaro, giovani perdigiorno e giocatori di carte. Un pianeta dove è sempre notte e dove gli unici rumori che si sentono sono il rotolare delle biglie e lo schiocco delle stecche.
Un universo di disperazione in cui una sera fa il suo ingresso una dark lady dal caschetto nero e dalla bocca rossa: una Pantera molto simile alla Valentina di Crepax.
Una ragazza fragile e dal passato doloroso che cerca attraverso il biliardo un riscatto alla sua esistenza.
Maria, il suo vero nome, ha talento da vendere, la sua palla è guidata da un istinto feroce, il suo potere è terribile e giocando intuiamo che si vendica di qualcosa. Uno ad uno detronizza tutti i grandi campioni dei Tre Prinicipi. Ma poi arriva il turno di Jones, la leggenda del biliardo e fra i due è subito sfida. Maria contro l’Inglese, la pantera nera contro il principe biondo.
Il loro incontro-scontro stravolge la vita di tutti i componenti dell’Accademia, a partire dal giovane garçon.
Esce dal sipario Pantera ed entra nella narrazione Aixi: è lei la protagonista del secondo racconto. Una ragazzina che vive in una capanna sul mare e che come Pantera ha un dolore che si porta dietro. Leggeremo che dovrà fare una scelta importante, capire se stare “sopra” o “sotto”, se galleggiare o vivere.
In quest’ultimo lavoro, arricchito dalle illustrazioni di Luca Ralli, Benni ci parla di vite e di scelte che ti cambiano la vita. Con una scrittura sensibile e delicata l’autore ci dimostra che il nostro destino non è ancora scritto e che l’ultima parola non è ancora detta.
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