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Molti hanno sentito parlare di Galileo e delle sue scoperte, ma pochi lo conoscono attraverso le sue parole. Per questo, il noto fisico e divulgatore Andrea Frova e Mariapiera Marenzana hanno deciso di raccogliere testi e riflessioni del grande scienziato per permettere a tutti di scoprire il suo messaggio di ragione, onestà intellettuale, indipendenza di pensiero. La selezione di scritti qui proposta – preceduta da un sorprendente autoritratto inedito – tocca i temi più cari a Galileo ed è commentata in modo agile e accessibile sia sotto il profilo scientifico sia sotto quello storico-letterario. Oltre ad apprezzare l’opera di un italiano sommo come scienziato e come scrittore, il lettore potrà anche scoprire quanti pregiudizi pregalileiani sopravvivano ancora oggi tra le nozioni scientifiche più diffuse. Una lettura che stimola il gusto dell’osservare, il desiderio di capire e il piacere di dare risposte. Una lezione fortemente attuale che non ha perso nulla della sua validità attraverso i secoli.
Galileo è uno dei personaggi più noti della nostra storia, ma è anche vero che "ogni persona di cultura sa cosa di Galileo si dice, ma non quello che Galileo dice" (così recita il sottotitolo di questo libro). Partendo da questo assunto, gli autori hanno realizzato una scelta commentata dei suoi scritti che ne dimostra l’attualità. Ne è risultato un libro molto particolare, composito, che si presta a letture di vario livello, ma anche a letture intrecciate. Parola di Galileo si apre con un "autoritratto postumo" del grande scienziato pisano (che solo alla fine della lettura si scopre essere falso) costruito dagli autori "incollando" assieme frammenti di lettere e di scritti di Galileo. Il risultato è davvero sorprendente, anche se non è la prima volta che Frova si cimenta con falsi ben riusciti. Il suo Bravo, Sebastian riportava in appendice il famoso carteggio tra Bach e Isaac Newton sulle proprietà del suono, un carteggio completamente falso ma preso per vero da moltissimi lettori (illustri fisici compresi). Seguono vari capitoli dedicati ai molteplici contributi dati da Galileo alla scienza, compresi quelli palesemente errati (la teoria delle maree): la caduta dei gravi, le leggi del moto e il concetto di "sistema di riferimento", la legge del pendolo e i suoi legami con l’armonia musicale, le scoperte astronomiche, l’intuizione degli infinitesimi, il tentativo di misurare la velocità della luce, la descrizione del metodo scientifico. Il libro si chiude con la vicenda della condanna e dell’abiura. Gli autori collegano i brani di Galileo riconducendoli in un quadro unico e li completano con spiegazioni tecniche: ne risulta, come accennato, un libro per vari aspetti multiforme. Parola di Galileo può infatti essere considerato un libro destinato a letterati raffinati, perché gli scritti qui raccolti sono un ottimo esempio di alta letteratura del Seicento e perché nei punti più difficili si è aiutati dalle note a piè di pagina. Ma è anche un libro adatto a chi ama riflettere, perché racconta "in diretta" varie fasi della nascita del metodo scientifico. Può essere letto come un libro di scienze, perché i brani raccolti sono organizzati in modo da illustrare i diversi aspetti della nuova visione del mondo, mentre i commenti degli autori legano all’oggi in maniera semplice e didattica le ipotesi e le affermazioni di Galileo. In mano a un professore intelligente e motivato potrebbe addirittura trasformarsi in uno stimolante libro di testo, e non solo di scienze. Infine, può anche essere letto come libro di storia, perché la vicenda di Galileo è emblematica nel rappresentare la rigidità del potere di fronte alle novità. Infatti, anche se nel 1992 (ben 360 anni dopo la condanna!) Giovanni Paolo II lo ha "riabilitato", Galileo non ne aveva alcun bisogno. Come osservano giustamente gli autori, chi aveva davvero bisogno di essere riabilitata (o, quanto meno, di chiedere scusa) era la Chiesa (e non solo quella cattolica, preceduta nella condanna del copernicanesimo da Calvino e Melantone). Ma, tornando alla questione posta dal sottotitolo, è vero che anche le persone di cultura non sanno quello che Galileo dice? Ogni lettore trova nel libro la risposta che lo riguarda, risposta che rischia di essere imbarazzante. Per valutare a che livello è la sua conoscenza delle parole di Galileo, basta infatti che risponda alle domande del test ("Il pregiudizio universale") che apre il libro. Un consiglio: è meglio provare di nascosto, perché il rischio di risposte sbagliate è molto grande (quelle giuste sono riportate alla fine). E se si sbaglia, si è purtroppo in buona compagnia. Per convincersene, basta riprendere un precedente libro di Frova (Perché accade ciò che accade, Rizzoli, 1995) che riportava i disastrosi risultati di un analogo (ancorché più complesso) test a cui furono sottoposti gli studenti di fisica dell’Università di Roma: essere "galileiani" è evidentemente davvero difficile. Come ha spiegato brillantemente Paolo Bozzi in Fisica ingenua (Garzanti, 1990), probabilmente tutto deriva dal fatto che la nostra percezione è fondamentalmente aristotelica e quindi le leggi scientifiche galileiane – quelle "vere" – ci sembrano spesso impossibili, tanto da indurci ad affermazioni completamente errate. Una tesi analoga è stata recentemente sostenuta da Lewis Wolpert che, in La natura innaturale della scienza (Dedalo, 1996), ha spiegato come e perché tutte le leggi scientifiche ci appaiono in contrasto con ciò che percepiamo: la scienza non è "naturale". E infatti, con buona pace di Copernico (e di Galileo), il Sole continua a sorgere ogni mattina e a tramontare ogni sera, e qualcuno ha perfino inventato l’orribile verbo "velocizzare"! Altro che secondo principio della dinamica!
recensioni di Vinassa de Regny, E. L'Indice del 1999, n. 05
Tutti sanno cosa di Galileo si dice, ma pochi quello che Galileo ha detto. In questo volume Andrea Frova e Mariapiera Marenzana hanno raccolto i testi più significativi del grande scienziato, esemplari per la limpidezza razionale, l'onestà intellettuale, la libertà di pensiero.
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