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Esempio confortante di scrittore che ha qualcosa da raccontare e che sa raccontarla bene. Piacerebbe ce ne fossero molti di più. Ma molti.
Libro grazioso e ben scritto. La figura del figlio della portinaia è commovente, un tuffo negli anni settanta, difficoltà e speranze. Consiglio
Ben scritto e ben disegnato il personaggio di Amelia, che occupa le migliori pagine del libro. Per il resto e' un po' banale....peccato!
Recensioni
1972-1973, due anni di tensioni, contestazioni e scontri violenti tra parti sociali e Stato. La politica italiana latita davanti alla pesante crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese e alla drammatica escalation del terrorismo rosso e nero.
In via Icaro 15 a Milano, di questa Italia sull'orlo del collasso sembra non arrivare che l'eco. Il microcosmo dello stabile di via Icaro 15 si organizza intorno a dinamiche grette e meschine: un parallelo, in piccolo, della situazione politica e sociale italiana dei primi anni Settanta. Elvira, la portinaia, è il bersaglio delle malignità e della cattiveria degli inquilini. La trattano come una serva, esigono da lei servizi di ogni genere, a tutte le ore del giorno e della notte, come per riaffermare continuamente una presunta superiorità sociale.
È costretta a essere testimone delle liti e delle invidie delle "signore", senza poter replicare, sognando il giorno in cui, grazie ai risparmi di una vita di lavoro e sacrifici, anche lei sarebbe riuscita a comprare uno degli appartamenti e diventare condomina. Quel giorno finalmente l'avrebbero chiamata "signora", al pari delle altre. Quel giorno avrebbe ottenuto il tanto agognato riscatto sociale. Suo figlio Luca ha tredici anni, è un bambino intelligente e sensibile, e nella sua fervida immaginazione le smanie della mamma Elvira e degli inquilini di via Icaro 15 si trasformano in una commedia colorata e irriverente.
Quando al quinto piano arriva Amelia Lynd, un'anziana signora riservata e impeccabile, madrelingua inglese, Luca subisce subito il fascino della sua vastissima cultura e inizia a prendere lezioni di inglese dopo la scuola. Amelia Lynd emana una luce immateriale, di chi è al di sopra delle piccolezze degli uomini, ma senza vanteria. In via Icaro 15 le signore cercheranno invano di ingraziarsela invitandola a bere un caffè o con qualche moina. Amelia sembra inespugnabile. La chiamano la Maestra. Ma basta poco perché i suoi cortesi ma secchi rifiuti vengano interpretati dalle invadenti e pettegole inquiline del palazzo come le stramberie di una matta.
Le parole perdute di Amelia Lynd è una storia di formazione, un'educazione sentimentale e culturale che si scontra con la mediocrità di una società senza ideali, attaccata ai suoi effimeri privilegi senza più nessun valore, terrorizzata dal nuovo che avanza e che cerca di scongiurare chiudendolo fuori dalla porta di casa. Nicola Gardini ci offre un ritratto impietoso e divertito di un'umanità piccola piccola, un affresco di caratteri e situazioni che ci sembrerà di conoscere da sempre, in un periodo storico cruciale per il nostro paese.
"E sarebbe stato sempre peggio, il popolo italiano. Che avvenire poteva avere se nel 1972 il partito fascista riusciva ancora a essere il quarto partito?", si chiede Amelia. Lei non ci sarebbe stata tra venti, trenta o quarant'anni, ma Luca sì. E avrebbe visto un paese dominato dalla corruzione, dalle apparenze, dal fascismo. I migliori sarebbero diventati cinici o sarebbero stati costretti ad andarsene (è il destino che è toccato anche a Nicola Gardini, un dottorato in Letteratura Comparata a New York, che al ritorno ha dovuto fare i conti con il baronato accademico italiano e adesso insegna letteratura italiana all'Università di Oxford).
La cultura può salvare una società? È l'interrogativo che serpeggia nelle pagine del romanzo. Con Le parole perdute di Amelia Lynd, romanzo intelligente e brillante, dove ogni parola è riportata al suo significato, Gardini ci invita onestamente a tornare al valore delle parole, al loro nucleo di verità, alla corrispondenza perduta con le cose.
A cura di Wuz.it
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