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In un libro sull'Idée républicaine en France dal 1789 al 1924, Claude Nicolet ha parlato dei "mots voyageurs", di quelle parole della politica, cioè, oggetto di fluttuazioni semantiche lungo l'Ottocento francese, secolo tumultuoso quant'altri mai, che vide l'avvicendarsi dei Bonaparte e il costituirsi di due diverse repubbliche, dopo quella rivoluzionaria sorta alla fine del secolo XVIII. Dalla nascita della Prima al costituirsi della Terza, ma anche successivamente, in Francia furono spesso proprio i controrivoluzionari a strutturare le analisi più penetranti intorno a taluni concetti cardinali. In questo studio sul lessico politico francese, Cristina Cassina prende le mosse dal termine "individualismo", oggi spesso impiegato a sproposito. Suo primo utilizzatore in un'accezione politica fu il barone ultra Fauveau de Frénilly. Passando attraverso le teorie di un altro controrivoluzionario, Pierre-Simon Ballanche (l'autore di L'homme sans nom, storia di un regicida pentito) e di Tocqueville, fra plebeianismo e cesarismo si perviene poi ad affrontare una serie di "nodi della sovranità". A essere illustrate sono qui le già note teorie di Maistre e di Bonald, ma anche di un Toussenel sottratto alla comune lettura, che ne mette in evidenza il solo versante antisemita. Gli scritti di Voltaire e quelli di Proudhon contengono invece alcune riflessioni sul tema del plebiscito, che l'autrice mette a frutto per operare una ricognizione circa gli slittamenti semantici di questo termine. Le ultime pagine sono riservate allo studio di Regina Pozzi sull'idea di decadenza nella letteratura politica francese e prendono in esame Raudot, Prévost Paradol, Bourget. Daniele Rocca
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