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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2018
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Pax è un libro di due storie, una di un cucciolo di volpe e l'altra di un bambino. Se fossero due libri, potrei dire che la storia di pax, il piccolo volpe, mi è piaciuto, mi ha spezzato il cuore in certi momenti, ma lo adoro ugualmente. Invece, la storia del bambino non aveva senso. Non mi è piaciuta e il libro, secondo me, sarebbe stato molto molto molto meglio se quella parte fosse stata cancellata.
La storia è narrata da due punti di vista alternati, quello di Peter e quello di Pax. E' stato molto bello vedere le cose attraverso gli occhi della volpe e percepire la semplicità dei suoi pensieri. Oltremodo è stato anche straziante il momento dell'abbandono... un animale che nella sua ingenuità cerca di capire perchè il suo padroncino gli ha tirato il suo gioco preferito per poi allontanarsi senza più tornare... è stato davvero penoso! La scrittrice, a mio avviso, è stata molto brava nel saper interpretare i possibili pensieri di una volpe cresciuta in cattività fin dai suoi primi mesi, abituata a mangiare croccantini e con un tetto sulla testa, che si vede catapultata in un mondo inospitale quale è il bosco, normale per tutti gli altri animali, ma selvaggio per lei. Lo stile è semplice ed elementare, difatti è catalogato come un libro per ragazzi; la narrazione è lenta, senza fretta si racconta da sola, dolcemente ci accompagna al finale, che poteva essere un po' più ricco di emozioni, ma forse questo è giustificato proprio dalla crescita che avviene pagina dopo pagina. Ricco di illustrazioni della mano di Jon Klassen sembra come una favola. Pax è un libro di formazione; un ragazzo deve capire l'importanza degli affetti e una volpe deve imparare a vivere come un animale selvatico, come è giusto che sia.... Una bella storia, commovente e con tanti significati tutti da scoprire.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La comunicazione fra volpi è un complesso sistema di vocalizzi, gesti, odori ed espressioni, come informa l’autrice che, con l’aiuto di un biologo che ha fatto ricerca sul campo, ha tentato il non facile ma affascinante esperimento narrativo di tradurre questo linguaggio nei dialoghi in corsivo. Di storie che raccontano lo straordinario rapporto tra ragazzi e animali, e i lunghi viaggi e le avventure specialmente di cani e lupi perduti per tornare a casa è ricca la letteratura per l’infanzia, basti pensare ai romanzi di Jack London. Ma questa non è semplicemente una storia di abbandono, ricerca e ritrovamento, perché colloca la vicenda entro una cornice di guerra e di sofferenze provocate in uomini e animali. Il dodicenne Peter è costretto dal padre che si è arruolato nell’esercito ad abbandonare Pax, la volpe rossa salvata cinque anni prima quando aveva solo pochi giorni e stava per morire. Ben si capisce l’amore tra i due. La notte stessa, pentito, il ragazzo parte dalla casa del nonno per ritrovare l’amica ormai addomesticata che non sarebbe in grado di sopravvivere nel bosco lontano 500 chilometri. E che, infatti, viene inizialmente allontanata dalle altre volpi perché “puzza umano”, ma poi accettata anche per aiutare un volpacchiotto che ha perso una gamba saltando su una mina. Nel frattempo Peter, con un piede rotto e arrancando sulle stampelle, grazie all’aiuto di una donna che si è isolata dal mondo perché ha perso una gamba, è riuscito ad arrivare alla meta, che, però, è diventata teatro di guerra. Quando Peter e Pax si ritrovano si riconoscono e rivivono il profondo affetto che li lega, ma l’animale, come Buck, sente più potente il richiamo della natura e della specie. E il cucciolo d’uomo capisce. Pennypacker racconta a capitoli alterni dal punto di vista dei due protagonisti creando un piacevole clima d’attesa sullo svolgimento della vicenda.
Recensione di Fernando Rotondo
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