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Analisi approfondita e ben scritta sugli atteggiamenti dell'uomo abusante che precedono il femminicidio e sui fallimenti della giustizia Italiana, compassionevole verso il carnefice e severa con la vittima e i familiari che rimangono.
L'11 febbraio 2009 Giulia viene assassinata dal marito. Un delitto atroce, inspiegabile, assurdo che sconvolge e lacera il tessuto di un'intera esistenza ordita intorno agli affetti e ai valori della famiglia. Questo libro vuole essere innanzitutto un ricordo oggettivo della figura e della personalità della giovane donna brutalmente uccisa e ulteriormente "brutalizzata" dalle infamanti distorsioni della sua immagine, operata, a scopi difensivi, dal suo assassino. È, inoltre, una rigorosa ricostruzione, in base agli atti processuali, del delitto e del conseguente procedimento giudiziario, da cui esce una chiara denuncia contro la "violenza" operata dalla "giustizia" ai danni della vittima e più in generale della donna. Perché la morte di Giulia e quella di tante, troppe, donne private di prepotenza del diritto inalienabile alla vita, non sia vana. Anche solo per non darla vinta alla prepotenza, alla ottusa legge del più forte, continueremo a proclamare la verità che si vuole nascondere; alla sleale legittimazione del male, opponiamo l'oggettiva evidenza dei fatti. Ben vengano perciò i commenti e le voci indignate, l'indignazione è almeno indice di dignità. Io sono particolarmente indignata perchè Giulia era mia figlia e il calvario che abbiamo vissuto nel corso del processo di primo grado ci ha segnato, umiliato, devastato ancor più dell'orrore assurdo della sua morte. E' proprio questo "calvario" che vogliamo raccontare, il disgustoso retroscena di una giustizia che di fronte a crimini così atroci trova più vantaggioso lavarsi le mani e liberare Barabba.
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