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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2021
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Vincitore della 46.ma edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello
Con una scrittura esatta, cristallina, allegra e profonda, Ginevra Lamberti – giovane prodigio della narrativa italiana, e omonima del suo personaggio – racconta piange sorride e canta che solo i vivi muoiono, che “morto” è aggettivo di una cosa viva e quindi tanto vale cominciare a sentirsi vivi da adesso. Cominciare a sentirsi vivi prima del “giorno in cui”.
«Una narrazione esuberante e precisa, dall'andamento ondivago, dove ironia, sogni e realismo intersecano suggestioni sepolcrali» – La Lettura
«Di vita, in questo libro, ce n'è tanta, narrata con una scrittura efficace e leggera, di quelle che, dannazione, fanno sembrare così semplice quello che semplice non è» – Il Venerdì
«Ci sono determinate questioni che, perseguitandoci in vita, lo fanno anche in morte. Come le distanze, le tempistiche, i soldi, la densità di popolazione. In ogni caso e qualsiasi cosa accada, appare evidente che qualcuno deve pur occuparsene»
Da un divano a Vittorio Veneto sul quale si accorge di non avere un posto né in questa vita né nell'altra - nessuno, in famiglia, ha pensato a prenotare un loculo - la protagonista di questo romanzo, Ginevra, si alza per raccontare tutti coloro che, invece, a un posto per l'altra vita ci hanno pensato: professionisti del settore come Taffo Funeral Services, una tanatoesteta, architetti che progettano non solo oggetti ma il fine ultimo degli oggetti, o quello sperato: poeti, scrittori, cantanti e passanti. Tutti sono accomunati - tutti lo siamo - dall'esperienza della morte (degli altri) che sempre dolorosamente riverbera, dopo, l'allegria di trovarsi vivi. D'altronde, anche Simone Weil - morta quasi suicida - scriveva: «La gioia è il sentimento della realtà.» In mezzo a questi incontri, cercati e talvolta perseguitati, c'è il quotidiano di Ginevra, il lavoro di affittacamere nell'umidissima e amatissima Venezia non più a turisti ma a pellegrini 2.0, il sogno di un gatto che cade dal terrazzo e torna volando trasformato in un foglio A4 con una lettera del nonno (morto), l'orizzonte del mutuo e la conseguente possibilità di una casa tutta per sé; ci sono gli amici e la palestra, i luoghi comuni sfatati e i pregiudizi confermati, c'è il diventare adulti e - se tutto va bene - vedere la vecchiaia.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ottimo libro,lettura accattivante e mai banale. Con uno stile frizzante e ben curato rappresenta un'assoluta novità nel panorama editoriale. Il tema della morte su cui verte il libro è affrontato con intelligenza e non risulta mai banale e scontato. È un libro che insegna un sacco di cose e offre numerosi spunti di riflessione. Una delle migliori letture dell'anno.
Il tema della morte al centro di “Perché comincio dalla fine” perché la morte, volente o nolente, fa parte della vita e visto che c’è meglio preparasi per tempo. Così l’autrice ci fa attraversare pagine di scrittura secondo stili diversi, dalle pagine di un diario, alla cronaca e ai reportage, riducendo o tentando di ridurre le distanze dal tabù per eccellenza. Dall’intervista a Taffo, famosa agenzia funebre, alla Capsula Mundi, alla nonna che ha paura di restare sola nella bara, alla tanato-estetista, alla archeo-tanatologa, il libro si snocciola in riflessioni spesso frizzanti, mai banali. Un libro decisamente atipico (a partire dai titoli dei capitoli) che è anche mezzo per riflettere sulla vita precaria di una ragazza di oggi alle prese con fitti e bollette da pagare e improbabili lavori da inventarsi, sullo sfondo la bella malinconia di Venezia. Ecco che quindi la riflessione sulla morte diventa mezzo per dare senso concreto ai tempi convulsi che viviamo e al fine ( alla fine) ultimo cui tutti tendiamo.
Recensioni
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