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Anno edizione: 2015
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Il Professor Ferretti con il suo libro tenta di spiegare cosa rende gli uomini quello sono. La peculiarità degli uomini è che possiedono un linguaggio. La ricerca si muove nell'ambito della scienza cognitiva e in una prospettiva chomskiana anche se la lettura che l'autore fa di Chomsky non lo colloca sul piano di una adesione toto coelo a tutte le tesi chomskiane. Dà, infatti, del maestro una lettura che in alcuni punti prende significativamente le distanze, soprattutto nell'analisi del rapporto tra linguaggio e intelligenza. La prospettiva di questo libro è pienamente naturalistica ma, si caratterizza per una netta presa di posizione a favore di una concezione che sin dal titolo assume la specificità dell'uomo ma non la specialità. Il testo si snoda in cinque densi capitoli che circoscrivono, appunto all'interno di una prospettiva naturalistica, la peculiarità del linguaggio umano nella plasticità della natura umana, una plasticità letta soprattutto in termini di indeterminatezza alla quale alcuni settori dell'antropologia filosofica legano la creatività e la flessibilità degli umani. Un ruolo centrale nella ricerca di questo libro lo gioca l'attenta analisi del tema della povertà dello stimolo che viene sviluppato in un continuo confronto con la letteratura critica più recente. Qui, l'autore rivisita criticamente la teoria della conoscenza fondata sul modello della tabula rasa e degli sviluppi che esso ha assunto nel dibattito contemporaneo schierandosi con ricchezza d'argomenti dalla parte di chi, come Pinker, sostiene l'impossibilità di dare una corretta rappresentazione del linguaggio umano senza postulare una struttura innata già ricca di grandi potenzialità, nel quale il linguaggio è integrato. Il questo percorso il Professore cerca di fare i conti con la concezione modulare della mente in una prospettiva continua dove l'intelligenza gioca il ruolo di meccanismo adattivo della pluralità della modularità sia sul piano biologico, sia su quello sociale.
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