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Russel ha il raro dono, forse unico per un filosofo, di esporre il proprio pensiero in modo interessante e accattivante, oltre che facilmente comprensibile, senza rinunciare, qua e là, a qualche arguzia. Tratta di un argomento che ai suoi tempi risultava ancora alquanto spinoso, come dovette sperimentare in prima persona lui stesso quando fu costretto a rinunciare ad una cattedra presso l’università di New York a causa delle sue opinioni sulle religioni. Eppure, da autentico agnostico, non arriva mai a negare Dio, bensì si limita a precisare che questo termine non può rientrare nell’ambito del suo discorso logico. Le critiche alle chiese cristiane europee riguardano principalmente l’intolleranza che le stesse mostravano verso i liberi pensatori e certi precetti riguardanti la vita sessuale che preti e pastori ritenevano i più importanti principi della morale. Protestanti e cattolici di New York non gradirono. Si era negli anni quaranta e gli USA non erano ancora diventati la nazione guida come succederà dopo la guerra grazie agli “intelligenti” regali di Hitler che costringeva scienziati ed intellettuali a fuggire dall’Europa. Russel dovette invece tornarvi per ricevere un meritato premio Nobel della letteratura. Ma non era un poeta, bensì un logico e da logico risponde ai problemi che affronta. Che poi un logico del suo livello si sia fatto anche capire ed apprezzare dal grande pubblico, questo è da considerare un vero e proprio “miracolo” anche se questo termine non può rientrare nell’ambito del suo discorso.
Un libro, un saggio, un testo unico che diventa pietra miliare. Avrei voluto essere un suo studente. Ho visto anche alcune sue interviste su youtube ineremti questo libro e trovo il filosofo una persona di una classe e naturalezza innata. Consiglio a tutti di leggere questo testo (religiosi e non) e di riflettere sul contenuto.
Dice la filosofa Catherine Chalier: «Molte persone si dicono atei, ma sembrano ignorare di quale Dio sono atei. Spesso si fanno un'immagine di Dio, consolatore e potente, per esempio, e quando non trovano né consolazione né potenza visibile di questo Dio nel mondo, allora si dicono atei. Ma il loro ateismo vale solo per l'immagine che si sono fatti di Dio. Spesso l'assenza visibile di Dio è vissuta come l'inizio positivo per celebrare il proprio modo di vivere lontano da lui. Non vi è nessuna lacerazione spirituale in questo ateismo». Ritratto perfetto di questo misero libro.
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